mercoledì 26 maggio 2010
lunedì 24 maggio 2010
Libera Circolazione del Pensiero
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in>
Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa
alla Cina e alla Birmania.
Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri
con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato
dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o
istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet;
la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.
Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al
Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida
della "Casta".
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque
cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire
(o criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno
bloccare il blog.
Questo provvedimento può far oscurare un sito
ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in
seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre
con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger,
ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare
gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la
violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione
amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a
delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6
mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine
pubblico o all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge verrebbero
immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per
la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie
per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al
momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata
e/o censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove
una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni
euro di risarcimento.
Il nome di questa /media company/,
è Mediaset.
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una
materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del
Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione
contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60
giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa
materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende
esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di
repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni
sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!
Oggi gli unici media che hanno fatto
rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista
specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più
possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli
italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica
il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.
documentazione diffusa dal
Coordinamento Provinciale Veronese degli
Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
c/o Provincia di Verona -
Gruppi Consiliari via S.Maria Antica 1 37121 Verona
Consigliere/i:
Allegri, Caldana, Campagnari, Rizzi.....Coord. tecnico: Andreoli,
Ferrari,Velardita
Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa
alla Cina e alla Birmania.
Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri
con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato
dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o
istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet;
la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.
Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al
Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida
della "Casta".
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque
cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire
(o criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno
bloccare il blog.
Questo provvedimento può far oscurare un sito
ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in
seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre
con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger,
ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare
gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la
violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione
amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a
delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6
mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine
pubblico o all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge verrebbero
immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per
la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie
per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al
momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata
e/o censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove
una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni
euro di risarcimento.
Il nome di questa /media company/,
è Mediaset.
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una
materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del
Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione
contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60
giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa
materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende
esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di
repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni
sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!
Oggi gli unici media che hanno fatto
rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista
specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più
possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli
italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica
il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.
documentazione diffusa dal
Coordinamento Provinciale Veronese degli
Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
c/o Provincia di Verona -
Gruppi Consiliari via S.Maria Antica 1 37121 Verona
Consigliere/i:
Allegri, Caldana, Campagnari, Rizzi.....Coord. tecnico: Andreoli,
Ferrari,Velardita
giovedì 20 maggio 2010
mercoledì 19 maggio 2010
L'uomo che sapeva troppo poco
Di Marco Travaglio
Ora basta, c’è un limite a tutto. Basta accanirsi sul corpicino di Claudio Scajola. Passi che qualcuno gli paghi la casa a sua insaputa. Passi che l’Alitalia gli organizzi un volo speciale Roma-Imperia a sua insaputa per aviotrasportarlo su e giù. Passi che qualche giornalista gli senta dare – a sua insaputa, si capisce – del rompicoglioni a Marco Biagi appena morto. Ma che la sua signora, allontanandosi da casa di soppiatto con la scusa della santa messa, rilasci un’intervista a Repubblica a sua insaputa, questo è troppo. Poi dice che uno grida al complotto. Con tutto quel che ha da fare per smascherare il tipaccio che gli ha girato 900 mila euro in 80 assegni senza dirgli niente, il povero Sciaboletta ha dovuto prendere carta e penna per dissociarsi dall’“intervista asseritamente resa da mia moglie” e far sapere “di non condividerne il contenuto” perché “non è assolutamente vero che io abbia deciso di non presentarmi dai pm di Perugia per non ‘creare problemi ai veri colpevoli’ o a ‘persone molto più coinvolte di me’”.
Qualcuno potrebbe pensare che la signora abbia voluto lanciare un messaggio alle “persone molto più coinvolte di mio marito” perché stiano accorte. O interrogarsi sull’identità dei “molto più coinvolti” e su come lui, parlando coi pm, potrebbe “creare problemi”. O addirittura sospettare un gioco delle parti: lei lancia la pietra e lui nasconde la mano, tanto ormai il messaggio è giunto a destinazione. Noi però ci dissociamo da questi malpensanti, anche perché abbiamo letto l’ordinanza-sentenza del giudice istruttore di Milano che nel 1989 lo prosciolse dall’accusa di tentata concussione per lo scandalo dei casinò, che l’aveva portato in carcere per 72 giorni nel dicembre 1983.
Il 20 maggio Scajola, allora sindaco Dc di Imperia, aveva accompagnato a Bourg Saint Pierre in Svizzera il sindaco socialista di Sanremo, Osvaldo Vento, per incontrare Giorgio Borletti che con la società Flowers Paradise voleva aggiudicarsi la gestione del casinò. All’appalto ambiva un’altra ditta, la Sit di Michele Merlo, legata al clan Santapaola, ma era stata esclusa. Problema: la Sit aveva già versato tangenti per 500 milioni di lire a vari politici e amministratori sanremesi, i quali provvidero così a restituirle. Tutti tranne uno, l’assessore Enzo Ligato, che non ne voleva sapere. Di qui, secondo l’accusa, la missione elvetica della coppia Vento-Scajola: “Incontravano il Borletti e gli richiedevano, per aggiudicare l’appalto alla sua società, il versamento di Lire 50 milioni, a loro dire destinati a rifondere Merlo del denaro sborsato per corrompere l’assessore Ligato… senza peraltro riuscire nel loro intento… per il fermo rifiuto opposto dal Borletti”.
Il povero Scajola sostenne di non aver mai chiesto né udito Vento chiedere mazzette: lui aveva accompagnato il collega solo perché la Dc l’aveva incaricato di seguire la querelle del casinò e pretendere garanzie da Borletti sulla “gestione imparziale” e sull’“organigramma” della casa da gioco, onde evitare che diventasse un feudo del Psi. I giudici alla fine gli credettero: fu Vento, nel colloquio a tre, a parlare di mazzette a Borletti, anche se è “fondatamente ipotizzabile una certa reticenza dello Scajola nell’ammettere di aver udito discorsi di questo tipo”. Dunque fu prosciolto perché Vento se l’era portato appresso “come elemento indiretto di pressione su Borletti” e lui s’era trovato “inconsapevolmente coinvolto”, “inconsapevole delle intenzioni del suo accompagnatore”. Ecco, Scajola è fatto così: non s’accorge mai di nulla, nemmeno di quel che accade sotto i suoi occhi (e orecchi) e nelle sue tasche. È come il palo della banda dell’Ortica cantato da Jannacci: “Lui era fisso che scrutava nella notte, l'ha vist na gota ma ‘n cumpens l’ha sentu nient, perché vederci non vedeva un’autobotte, però sentirci ghe sentiva ‘n acident… Ed è arrabbiato con la banda dell’Ortica, perché lui dice: ‘Non si fa così a rubar! Ma come, a me mi lascian qui di fuori e loro chissà quand’è che vengon su’…”. Così Scajola: sono trent’anni che vive a sua insaputa.
Ora basta, c’è un limite a tutto. Basta accanirsi sul corpicino di Claudio Scajola. Passi che qualcuno gli paghi la casa a sua insaputa. Passi che l’Alitalia gli organizzi un volo speciale Roma-Imperia a sua insaputa per aviotrasportarlo su e giù. Passi che qualche giornalista gli senta dare – a sua insaputa, si capisce – del rompicoglioni a Marco Biagi appena morto. Ma che la sua signora, allontanandosi da casa di soppiatto con la scusa della santa messa, rilasci un’intervista a Repubblica a sua insaputa, questo è troppo. Poi dice che uno grida al complotto. Con tutto quel che ha da fare per smascherare il tipaccio che gli ha girato 900 mila euro in 80 assegni senza dirgli niente, il povero Sciaboletta ha dovuto prendere carta e penna per dissociarsi dall’“intervista asseritamente resa da mia moglie” e far sapere “di non condividerne il contenuto” perché “non è assolutamente vero che io abbia deciso di non presentarmi dai pm di Perugia per non ‘creare problemi ai veri colpevoli’ o a ‘persone molto più coinvolte di me’”.
Qualcuno potrebbe pensare che la signora abbia voluto lanciare un messaggio alle “persone molto più coinvolte di mio marito” perché stiano accorte. O interrogarsi sull’identità dei “molto più coinvolti” e su come lui, parlando coi pm, potrebbe “creare problemi”. O addirittura sospettare un gioco delle parti: lei lancia la pietra e lui nasconde la mano, tanto ormai il messaggio è giunto a destinazione. Noi però ci dissociamo da questi malpensanti, anche perché abbiamo letto l’ordinanza-sentenza del giudice istruttore di Milano che nel 1989 lo prosciolse dall’accusa di tentata concussione per lo scandalo dei casinò, che l’aveva portato in carcere per 72 giorni nel dicembre 1983.
Il 20 maggio Scajola, allora sindaco Dc di Imperia, aveva accompagnato a Bourg Saint Pierre in Svizzera il sindaco socialista di Sanremo, Osvaldo Vento, per incontrare Giorgio Borletti che con la società Flowers Paradise voleva aggiudicarsi la gestione del casinò. All’appalto ambiva un’altra ditta, la Sit di Michele Merlo, legata al clan Santapaola, ma era stata esclusa. Problema: la Sit aveva già versato tangenti per 500 milioni di lire a vari politici e amministratori sanremesi, i quali provvidero così a restituirle. Tutti tranne uno, l’assessore Enzo Ligato, che non ne voleva sapere. Di qui, secondo l’accusa, la missione elvetica della coppia Vento-Scajola: “Incontravano il Borletti e gli richiedevano, per aggiudicare l’appalto alla sua società, il versamento di Lire 50 milioni, a loro dire destinati a rifondere Merlo del denaro sborsato per corrompere l’assessore Ligato… senza peraltro riuscire nel loro intento… per il fermo rifiuto opposto dal Borletti”.
Il povero Scajola sostenne di non aver mai chiesto né udito Vento chiedere mazzette: lui aveva accompagnato il collega solo perché la Dc l’aveva incaricato di seguire la querelle del casinò e pretendere garanzie da Borletti sulla “gestione imparziale” e sull’“organigramma” della casa da gioco, onde evitare che diventasse un feudo del Psi. I giudici alla fine gli credettero: fu Vento, nel colloquio a tre, a parlare di mazzette a Borletti, anche se è “fondatamente ipotizzabile una certa reticenza dello Scajola nell’ammettere di aver udito discorsi di questo tipo”. Dunque fu prosciolto perché Vento se l’era portato appresso “come elemento indiretto di pressione su Borletti” e lui s’era trovato “inconsapevolmente coinvolto”, “inconsapevole delle intenzioni del suo accompagnatore”. Ecco, Scajola è fatto così: non s’accorge mai di nulla, nemmeno di quel che accade sotto i suoi occhi (e orecchi) e nelle sue tasche. È come il palo della banda dell’Ortica cantato da Jannacci: “Lui era fisso che scrutava nella notte, l'ha vist na gota ma ‘n cumpens l’ha sentu nient, perché vederci non vedeva un’autobotte, però sentirci ghe sentiva ‘n acident… Ed è arrabbiato con la banda dell’Ortica, perché lui dice: ‘Non si fa così a rubar! Ma come, a me mi lascian qui di fuori e loro chissà quand’è che vengon su’…”. Così Scajola: sono trent’anni che vive a sua insaputa.
martedì 18 maggio 2010
E meno male........
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
BERLUSK HOLMES
Ci sono giornate che cominciano un po’ così, fra pioggia, vento e depressione acuta. Poi uno legge Il Giornale, o Libero che è la brutta copia (paghi due prendi uno), e torna subito il buonumore. Titolo del Geniale del 15 maggio: “Adesso indaga Berlusconi. Il premier vuole individuare le mele marce”. Gli fa eco Libero, cioè Occupato: “Silvio fa il pm e interroga i suoi: ‘Ditemi la verità’”. Pare che Berlusck Holmes, in pigiama a Palazzo Grazioli, stia torchiando a uno a uno – “Adesso siediti e spiegami precisamente come sono andate le cose. Voglio la massima sincerità” – protagonisti e comprimari della cricca: Bertolaso, Verdini, Scajola, Matteoli, persino il povero James Bondi, già molto provato dai trionfi di Cannes.
Le risposte degli interrogati, improntate ovviamente alla massima sincerità, non sono ancora note, e neppure i nomi dei marescialli chiamati a verbalizzarle: Capezzone? Cicchitto? Bonaiuti? Apicella? Quel che è certo è che il Presidente Pm, colto da raptus giustizialista, vuole tutta la verità. Perché, come spiega lo zio Tibia Sallusti, “dopo aver indagato a fondo nelle ultime ore è giunto alla conclusione che è possibile che nel governo o nelle sue vicinanze ci possa essere qualche ladro di polli”. Ed è determinatissimo a scovarli, costi quel che costi. Poi passerà a smascherare colui che li ha candidati e nominati. Pare si tratti di un putribondo figuro, ora annidato a Palazzo Chigi, che in passato comprò un giudice per fregare la Mondadori a un concorrente, poi fece comprare alcuni finanzieri perché non ficcassero il naso nei suoi bilanci truccati e nelle sue società off-shore, poi comprò anche un testimone inglese perché non svelasse di chi erano le società off-shore.
Il Presidente Pm lo sta pedinando e gli è ormai alle calcagna: quando lo prenderà non vorremmo essere nei suoi panni. Potrebbe addirittura fare la fine di quell’altro mascalzone che ha pagato la casa a Scajola senza dirgli nulla: anche Sciaboletta, armato di lente d’ingrandimento, cappotto con cappello e mantellina di tweed a scacchi, lo sta inseguendo per dargli una sonora lezione; così impara a regalargli 900 mila euro senza neppure avvertirlo. Ma di un fatto gli house organ del Padrone d’Italia sono certi: il governo è sano, nessuna Tangentopoli.
Purtroppo “qualche ladro di polli” (Sallusti), anzi “poche mele marce guastano il resto del raccolto” (Belpietro). Che teneri. Non si accorgono, gli acuti commentatori, di parlare come Craxi dopo l’arresto del “mariuolo” Mario Chiesa: “Nel partito ci sono 40 mila iscritti e tre mele marce, su una totalità di persone oneste”. Racconta Davigo: “I nostri indagati confessavano perché si sentivano abbandonati dai loro partiti. Uno in carcere mi chiese i giornali, lesse che i suoi dirigenti lo qualificavano come ‘una mela marcia isolata’ e subito mi disse: ‘Ah sì? Adesso, dottore, le descrivo il resto del cestino’...”. Infatti, per tre o quattro mele marce che Berlusck Holmes interroga a Palazzo Grazioli, subito se ne accalcano altre in coda fuori dall’uscio. Ieri Cappellacci e Nespoli, domani chissà a chi tocca. Ma l’ultimo travestimento dello Zelig di Arcore col tocco sul capino e la toga sulle spalle è perfettamente coerente con le ultime riforme della giustizia e dei poteri del premier.
Di: Marco Travaglio.
Le indagini verranno tolte alle Procure e affidate in esclusiva al capo del governo, che disporrà anche le intercettazioni (ha già una vasta esperienza in materia) e alla fine emetterà pure le sentenze. All’occorrenza, siccome è un tipo eclettico, potrà fare anche l’imputato. Eccola, la vera riforma della giustizia, che ne sveltirà anche i tempi biblici: Berlusconi si presenterà in tribunale da solo, saltellerà con agili balzi dalla gabbia degl’imputati al banco dell’accusa a quello della difesa allo scranno del giudice. Niente separazione delle carriere: farà tutto lui, cambiandosi continuamente d’abito come Arturo Brachetti. Deporrà, si difenderà, si accuserà, si giudicherà. Col fiuto che si ritrova, potrebbe persino arrestarsi da solo.
Le risposte degli interrogati, improntate ovviamente alla massima sincerità, non sono ancora note, e neppure i nomi dei marescialli chiamati a verbalizzarle: Capezzone? Cicchitto? Bonaiuti? Apicella? Quel che è certo è che il Presidente Pm, colto da raptus giustizialista, vuole tutta la verità. Perché, come spiega lo zio Tibia Sallusti, “dopo aver indagato a fondo nelle ultime ore è giunto alla conclusione che è possibile che nel governo o nelle sue vicinanze ci possa essere qualche ladro di polli”. Ed è determinatissimo a scovarli, costi quel che costi. Poi passerà a smascherare colui che li ha candidati e nominati. Pare si tratti di un putribondo figuro, ora annidato a Palazzo Chigi, che in passato comprò un giudice per fregare la Mondadori a un concorrente, poi fece comprare alcuni finanzieri perché non ficcassero il naso nei suoi bilanci truccati e nelle sue società off-shore, poi comprò anche un testimone inglese perché non svelasse di chi erano le società off-shore.
Il Presidente Pm lo sta pedinando e gli è ormai alle calcagna: quando lo prenderà non vorremmo essere nei suoi panni. Potrebbe addirittura fare la fine di quell’altro mascalzone che ha pagato la casa a Scajola senza dirgli nulla: anche Sciaboletta, armato di lente d’ingrandimento, cappotto con cappello e mantellina di tweed a scacchi, lo sta inseguendo per dargli una sonora lezione; così impara a regalargli 900 mila euro senza neppure avvertirlo. Ma di un fatto gli house organ del Padrone d’Italia sono certi: il governo è sano, nessuna Tangentopoli.
Purtroppo “qualche ladro di polli” (Sallusti), anzi “poche mele marce guastano il resto del raccolto” (Belpietro). Che teneri. Non si accorgono, gli acuti commentatori, di parlare come Craxi dopo l’arresto del “mariuolo” Mario Chiesa: “Nel partito ci sono 40 mila iscritti e tre mele marce, su una totalità di persone oneste”. Racconta Davigo: “I nostri indagati confessavano perché si sentivano abbandonati dai loro partiti. Uno in carcere mi chiese i giornali, lesse che i suoi dirigenti lo qualificavano come ‘una mela marcia isolata’ e subito mi disse: ‘Ah sì? Adesso, dottore, le descrivo il resto del cestino’...”. Infatti, per tre o quattro mele marce che Berlusck Holmes interroga a Palazzo Grazioli, subito se ne accalcano altre in coda fuori dall’uscio. Ieri Cappellacci e Nespoli, domani chissà a chi tocca. Ma l’ultimo travestimento dello Zelig di Arcore col tocco sul capino e la toga sulle spalle è perfettamente coerente con le ultime riforme della giustizia e dei poteri del premier.
Di: Marco Travaglio.
Le indagini verranno tolte alle Procure e affidate in esclusiva al capo del governo, che disporrà anche le intercettazioni (ha già una vasta esperienza in materia) e alla fine emetterà pure le sentenze. All’occorrenza, siccome è un tipo eclettico, potrà fare anche l’imputato. Eccola, la vera riforma della giustizia, che ne sveltirà anche i tempi biblici: Berlusconi si presenterà in tribunale da solo, saltellerà con agili balzi dalla gabbia degl’imputati al banco dell’accusa a quello della difesa allo scranno del giudice. Niente separazione delle carriere: farà tutto lui, cambiandosi continuamente d’abito come Arturo Brachetti. Deporrà, si difenderà, si accuserà, si giudicherà. Col fiuto che si ritrova, potrebbe persino arrestarsi da solo.
martedì 11 maggio 2010
10 maggio 2010
Marea nera, resa Bp: "Mandateci idee". Potrebbe funzionare "turare la falla infilandoci le vostre teste di cazzo"?
Fede su Saviano e la mafia: "Non è lui il solo che l'ha denunciata, ci sono registi autorevoli, ci sono magistrati che l'hanno combattuta e sono morti". E poi ci sono quelli che la ospitavano in casa.
Letizia Moratti: “I clandestini che non hanno un lavoro regolare delinquono”. Per esempio lavorando in nero alle dipendenze di onesti imprenditori. (silvio perfetti)
Un artista cinese si dipinge il corpo per ore fino a mimetizzarsi perfettamente con lo sfondo e diventare totalmente invisibile. Poi si mette a dirigere il PD.
Letizia Moratti: "I clandestini delinquono". Non sapevo avessimo un parlamento pieno di clandestini.
Anemone:"Negli ultimi tre mesi non ho letto i giornali". Nemmeno io, chi cazzo sei?
Il vulcano islandese torna a creare problemi: scoperte nuove consonanti.
Liam Gallagher (ex Oasis) produrrà un film sugli ultimi anni dei Beatles. Il progetto è talmente ambizioso che si sta ricercando il sosia del sosia di Paul McCartney.
Scoperto il gene dell’abbuffata consolatoria. Stava proprio accanto a quello della pippa prima di addormentarsi.
Fede su Saviano e la mafia: "Non è lui il solo che l'ha denunciata, ci sono registi autorevoli, ci sono magistrati che l'hanno combattuta e sono morti". E poi ci sono quelli che la ospitavano in casa.
Letizia Moratti: “I clandestini che non hanno un lavoro regolare delinquono”. Per esempio lavorando in nero alle dipendenze di onesti imprenditori. (silvio perfetti)
Un artista cinese si dipinge il corpo per ore fino a mimetizzarsi perfettamente con lo sfondo e diventare totalmente invisibile. Poi si mette a dirigere il PD.
Letizia Moratti: "I clandestini delinquono". Non sapevo avessimo un parlamento pieno di clandestini.
Anemone:"Negli ultimi tre mesi non ho letto i giornali". Nemmeno io, chi cazzo sei?
Il vulcano islandese torna a creare problemi: scoperte nuove consonanti.
Liam Gallagher (ex Oasis) produrrà un film sugli ultimi anni dei Beatles. Il progetto è talmente ambizioso che si sta ricercando il sosia del sosia di Paul McCartney.
Scoperto il gene dell’abbuffata consolatoria. Stava proprio accanto a quello della pippa prima di addormentarsi.
venerdì 7 maggio 2010
Dal Blog di Grillo
Sta per arrivare l'antipasto della crisi, una manovrina di 25 miliardi di euro. Perché non farli pagare al Parlamento a partire dall'abolizione retroattiva delle pensioni maturate dai deputati dopo soli due anni e mezzo, dalla riduzione dello stipendio a un massimo di 3.000 euro lordi al mese e dal divieto di doppie cariche pubbliche remunerate? Nessun sacrificio per gli italiani se i politici non danno prima l'esempio.
"144.000 euro annui questo lo stipendio di un deputato in italia, il più alto al mondo.1 miliardo 700 milioni questo il costo del Parlamento italiano, bene inizino a tagliare almeno 1 miliardo loro, così di manovra correttiva ne restano 24 miliardi...sono sicuro che andando avanti su questa strada, passando dai ministeri, alle regioni, alle provincie,comuni, circoscrizioni e poi confiscando i beni ottenuti con la corruzione durante lo svolgimento di un qualsiasi incarico pubblico vuoi vedere che arriviamo tranquillamente ai 24 miliardi restanti? e ne avanzeranno ancora....senza toccare gli stipendi statali, le pensioni di anzianità, le tasse indirette e soprattutto senza intaccare il potere di acquisto della maggioranza della popolazione, cosa che poi va a ripercuotersi sul commercio al dettaglio e quindi anche sugli esercenti commerciali e via dicendo... meditate gente meditate..." manovre correttive
"144.000 euro annui questo lo stipendio di un deputato in italia, il più alto al mondo.1 miliardo 700 milioni questo il costo del Parlamento italiano, bene inizino a tagliare almeno 1 miliardo loro, così di manovra correttiva ne restano 24 miliardi...sono sicuro che andando avanti su questa strada, passando dai ministeri, alle regioni, alle provincie,comuni, circoscrizioni e poi confiscando i beni ottenuti con la corruzione durante lo svolgimento di un qualsiasi incarico pubblico vuoi vedere che arriviamo tranquillamente ai 24 miliardi restanti? e ne avanzeranno ancora....senza toccare gli stipendi statali, le pensioni di anzianità, le tasse indirette e soprattutto senza intaccare il potere di acquisto della maggioranza della popolazione, cosa che poi va a ripercuotersi sul commercio al dettaglio e quindi anche sugli esercenti commerciali e via dicendo... meditate gente meditate..." manovre correttive
mercoledì 5 maggio 2010
Dalla Palestra di Luttazzi
Frattini: "Scajola ha detto che ha la coscienza a posto, e io gli credo senza alcuna riserva". Si fa sempre più pesante la posizione di Scajola.
Scajola: "Fango su di me". Peccato, speravo fosse merda.
Il Papa a Torino:"Vicino ai disoccupati". Per non confonderlo, Lui era quello con le scarpe rosse......
Il Papa ai giovani: «Vivere, non vivacchiare». E' come se un rapper miliardario ti consigliasse di studiare musica.
Berlino. E' durata 40 ore la telefonata più lunga del mondo. Alla fine lui ha detto: "Scusa, puoi ripetere?"
Nuova proposta del PdL: “Immunità per le auto blu”. Probabilmente Berlusconi è passato col rosso.
Caso Cucchi. Mary Poppins: "Bastava un po' di zucchero."
Baggio e il rigore del '94: "Penso che sia stato Senna a spingere il pallone verso l'alto". Senna: "Sì, ma Baggio mi aveva fatto uscire fuori pista a Imola".
Berlusconi: "Oggi si è dimesso un ministro molto capace". Non lo sapevo, al telegiornale hanno parlato solo di Scajola.
Oggi un tizio che non conosco e non ho mai visto mi ha dato 80 assegni circolari per comprarmi una casa. Che ci vuoi fare, Capita.
Scajola si è dimesso. E' bastato che il Pd non facesse assolutamente nulla.
Scajola: "Forse la mia casa pagata da altri". Forse ci stai prendendo per il culo.
Lussuoso appartamento con vista Colosseo? Non ha prezzo!! Per tutto resto, ci sono Anemone e Zampolini.
Se gli Usa dichiarano 5113 testate nucleari, quante ne hanno in realtà? Allena la mente con Brain training
Corona, busta con proiettili: "Non ho paura, sopratutto finché arrivano così piano".
Germania, stanno per quaranta ore al telefono. Di cui 39 a dirsi "attacca tu, no tu".
Scajola: "Fango su di me". Peccato, speravo fosse merda.
Il Papa a Torino:"Vicino ai disoccupati". Per non confonderlo, Lui era quello con le scarpe rosse......
Il Papa ai giovani: «Vivere, non vivacchiare». E' come se un rapper miliardario ti consigliasse di studiare musica.
Berlino. E' durata 40 ore la telefonata più lunga del mondo. Alla fine lui ha detto: "Scusa, puoi ripetere?"
Nuova proposta del PdL: “Immunità per le auto blu”. Probabilmente Berlusconi è passato col rosso.
Caso Cucchi. Mary Poppins: "Bastava un po' di zucchero."
Baggio e il rigore del '94: "Penso che sia stato Senna a spingere il pallone verso l'alto". Senna: "Sì, ma Baggio mi aveva fatto uscire fuori pista a Imola".
Berlusconi: "Oggi si è dimesso un ministro molto capace". Non lo sapevo, al telegiornale hanno parlato solo di Scajola.
Oggi un tizio che non conosco e non ho mai visto mi ha dato 80 assegni circolari per comprarmi una casa. Che ci vuoi fare, Capita.
Scajola si è dimesso. E' bastato che il Pd non facesse assolutamente nulla.
Scajola: "Forse la mia casa pagata da altri". Forse ci stai prendendo per il culo.
Lussuoso appartamento con vista Colosseo? Non ha prezzo!! Per tutto resto, ci sono Anemone e Zampolini.
Se gli Usa dichiarano 5113 testate nucleari, quante ne hanno in realtà? Allena la mente con Brain training
Corona, busta con proiettili: "Non ho paura, sopratutto finché arrivano così piano".
Germania, stanno per quaranta ore al telefono. Di cui 39 a dirsi "attacca tu, no tu".
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