martedì 28 settembre 2010

Stone Balancing

Lo “stone balancing” e’ una disciplina mentale rivolta a porre in equilibrio pietre e massi di varie forme
senza alcun supporto ulteriore a quello delle stesse forze di gravita’.

Il balancing ha una stretta relazione con la pratica ZEN, sia nell'esecuzione che nel risultato, in quanto è essenzialmente un viatico per la meditazione, l’aumento della sensibilita’ mentale e la percezione dello scambio di energia tra il soggetto e la pietra da porre in equilibrio. Il tempo di esecuzione non e’ prevedibile, l’energia che scorre dal soggetto alla pietra diventa via via piu’ evidente , l‘effetto rilassante  per la psiche si acquisisce nel tempo grazie anche al luogo dove solitamente si esercita : mare, fiumi , ovunque vi sia acqua in movimento e silenzio.
Selezione
La prima operazione è di selezione delle pietre da utilizzare ; sono solitamente sferiche o cilindriche. Almeno inizialmente devono avere un punto – che sara’ quello di appoggio in equilibrio – leggermente piano .
Il formato, il peso e la struttura delle pietre sono vitali. A seconda che il soggetto sia mancino o destro deve scegliere pietre con opportune conformazioni, testarle nella mano dominante (sinistra per mancino e destra per il destro) cosi’ da percepire se gia’ in se’ la pietra ha potenzialita’ di equilibrio corretto.
E’ importante dedicare tempo alla selezione e ai test per includere o escludere le pietre prima di iniare il vero e proprio “balancing”.
La forma , la rugosita’ o meno della superficie, il colore , le dimensioni, dipendono dall’umore del  “balancer” e dalla difficolta’ che ritiene di poter affrontare in funzione dell’esperienza. Nelle prime prove e’ importante partire con forme semplici per poi passare nel tempo a forme complesse come quelle delle foto che vi mostriamo.
Selezione
La prima operazione è di selezione delle pietre da utilizzare ; sono solitamente sferiche o cilindriche. Almeno inizialmente devono avere un punto – che sara’ quello di appoggio in equilibrio – leggermente piano .
Il formato, il peso e la struttura delle pietre sono vitali. A seconda che il soggetto sia mancino o destro deve scegliere pietre con opportune conformazioni, testarle nella mano dominante (sinistra per mancino e destra per il destro) cosi’ da percepire se gia’ in se’ la pietra ha potenzialita’ di equilibrio corretto.
E’ importante dedicare tempo alla selezione e ai test per includere o escludere le pietre prima di iniare il vero e proprio “balancing”.
La forma , la rugosita’ o meno della superficie, il colore , le dimensioni, dipendono dall’umore del  “balancer” e dalla difficolta’ che ritiene di poter affrontare in funzione dell’esperienza. Nelle prime prove e’ importante partire con forme semplici per poi passare nel tempo a forme complesse come quelle delle foto che vi mostriamo.

La fase costruttiva
Lo sviluppo dell'equilibrio richiede pazienza e concentrazione. E’ quasi impossible realizzare il balancing in pubblico. L'attività è essenzialmente riservata e meditativa.
La prima operazione è di selezionare la pietra dell'ancoraggio e di disporla sul luogo scelto, assestandola saldamente a terra come una superficie fondamentale. Si affronta poi il primo balancing con la pietra piu’ stabile.
È importante non predeterminare  il numero di pietre e la figura con precisione, ma piuttosto prendere tali decisioni man mano che l’esercizio procede.
Disporre una nuova pietra su quelle gia’ in equilibrio, richiede la risposta a cio’ che viene definito "equilibrio interno" della pietra. La disposizione di iniziale dovrebbe essere realizzata tranquillamente ma con elevato grado di risolutezza.
L'equilibrio non sarà sempre sullo stesso lato , dovra’ seguire la sensibilita’ alla gravita e alle singole forze del balancing che si va costruendo. Saprete quando ridurre il sostegno della nuova pietra man mano che l’esperienza e la sensibilita’ crescera’ in voi .
Solo quando la sensazione che la nuova pietra possa auto-gestire l’equilibrio dovrete ridurre la vostra pressione della mano in piccole fasi successive fino al completo “balancing”.
L’operazione piu’ complessa e fondamentale e’ sempre il “placing” della nuova pietra poiche’ questa


dovra’ prima di tutto rispettare l’equilibrio di quelle esistenti e poi costruirsi il proprio


(leggete in questa frase molti significati zen).

Occasionalmente il balancing di una pietra aggiuntiva potrebbe richiedere la variazione della posizione di una pietra gia’ in equilibrio.
Attenzione a questa operazione , fatela se proprio e’ necessario poiche’ potrebbe minare “a ritroso” l’equilibrio complessivo raggiunto.
Il completamento
Il completamento è legato all'estetica della struttura totale. Non si richiede un numero preciso o elevato di pietre in equilibrio, a volte i livelli estetici si raggiungono anche con poche pietre in posizioni spesso sorprendenti. Spesso le strutture realizzate a forma di fungo sono le piu’ sorprendenti ed esteticamente belle come alcuni soggtti dei quadri di Miro’.
Qualunque sia  l'effetto finale si realizza con l’allontanamento della nostra mano e l’inizio della percezione visiva del risultato. E’ sorprendente l’energia positiva, rigenerante e rilassante che alcuni risultati portano a chi realizza un’opera di balancing. Fermatevi a lungo ad osservarla, da piu’ angolazioni, condividete la gioia e il momento estetico con qualcuno o se siete soli, ricordatevi di fotografarlo.
La durata
Come qualsiasi struttura in equilibrio tale stato ha una durata limita : da pochi secondi a giorni interi . Quanto durera’ l’opera dipende dal tipo di balancing, dal luogo, dagli agenti atmosferici. Il tempo inevitabilmente li distruggera’ . Il regalo di un lungo tempo di balancing sorprendera’ chi ha creato l’opera cosi’ come un casuale atto di bellezza magari fermato per sempre in una splendida foto.
P.S.
La prima foto in alto è opera mia ( lo si capisce dalla semplicità)

 

giovedì 23 settembre 2010

Azioni Meritorie


Un giorno Chao-chou trovò un discepolo inchinato davanti ad una statua del Buddha e lo colpì con un bastone.
Il monaco protestò: "Non è un atto meritorio adorare il Buddha?"
"Si," rispose il maestro "ma è ancora più meritorio lasciar perdere gli atti meritori."


Commento: Quando in campo religioso, si compiono azioni /con l'intenzione/ di averne qualcosa in cambio, si è già al di fuori di un'autentica spiritualità. Per lo Zen, anche la sola intenzione di raggiungere l'illuminazione diventa un ostacolo alla sua realizzazione; figuriamoci i comuni riti religiosi compiuti con lo scopo dichiarato di acquisire meriti nell'aldilà o per qualche altra vita. Siamo in effetti, più che nel campo etico, in quello economico: /do ut des/. Uno scambio con un Dio considerato un mercante levantino o un banchiere.

mercoledì 22 settembre 2010

CONATI


Nicola Cosentino ( parente acquisito del boss dei Casalesi Giuseppe Russo detto Peppe O'Padrino), Ex Sottosegretario di Stato all'Ecconomia e alle Finanze  accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nell'ambito del riciclaggio abusivo di rifiuti tossici in Campania. Nel Novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. La richiesta fu respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, e appoggiato nella sua Candidatura a Governatore per il PDL della Regione Campania da personaggi coinvolti  nello scandalo dell'eolico in Sardegna e nella Nuova P2, tra questi l'attuale Governatore della Sardegna Ugo Cappellacci.
Oggi, con votazione segreta ( chissà perchè) alla Camera hanno votato NO alla richiesta di usare le intercettazioni da parte degli Inquirenti per i casi di cui questo Gentiluomo è accusato.
Alle prossime elezioni farò un esercizio, tiro giù i nomi dei candidati che mettono i loro bei faccioni da culo sui manifesti, e vado a leggere in internet, su qualche sito tipo Wikipedia, il curriculum vitae.
I più belli li pubblico, magari non li voto..............
In questo governo, forse solo il 10% ha la fedina penale pulita, e questo spiega perchè non vogliono essere intercettati.
Ma dei problemi reali degli Italiani non frega niente a nessuno ?
BLEAAAAHHH

giovedì 16 settembre 2010

DIGITALE EXTRATERRESTRE



M.Travaglio da Il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2010

Se la finiana Angela Napoli dice che alcune parlamentari del Pdl si sono prostituite in cambio del seggio, tutte le parlamentari del Pdl la querelano. Se invece il turboberlusconiano Giorgio Stracquadanio dice che è cosa buona e giusta prostituirsi in cambio del seggio, tutto va ben madama la marchesa. Dipende da chi lo dice. Se un’esagitata di un centro sociale lancia un fumogeno contro Bonanni alla festa del Pd, non si parla d’altro per una settimana, il Pd è costretto a scusarsi e viene accusato di “squadrismo” dal ministro Brunetta. Se invece orde di ultras leghisti dell’Atalanta lanciano decine di fumogeni contro il ministro dell’Interno Maroni alla “Berghem Fest” della Lega, il giorno dopo non ne parla più nessuno, nessuno si scusa con nessuno e Brunetta zitto. Dipende da chi li lancia, i fumogeni, e alla festa di chi.

Appena un giornalista gli fa una domanda, il ministro Bossi estrae il dito medio: anche lui è passato al digitale terrestre, anzi extraterrestre. L’altro giorno, per cambiare un po’, ha fatto una pernacchia (a quando un bel ruttino o una graziosa scoreggina? Comunicazione anal-ogica). E tutti giù a ridere: che simpaticone, il nonnetto sta guarendo. Figurarsi se uno del centrosinistra (o peggio ancora un finiano) si permettesse qualcosa del genere.
Mesi fa, al Parlamento portoghese, il ministro dell’Economia Manuel Pinho ha fatto le corna a un deputato dell’opposizione: il premier José Socrates ha subito parlato di “gesto inaccettabile” e l’ha dimissionato su due piedi. Da noi, dipende.
Se il centrosinistra prende i voti da qualche parlamentare eletto con l’opposizione, ma anche dei senatori a vita, è “ribaltone” e “tradimento”. Se il centrodestra compra venti parlamentari dell’opposizione, si chiama “gruppo di responsabilità nazionale”. Per stabilire chi è voltagabbana e chi no, dipende da chi la volta, la gabbana. “La sinistra ha un’insopprimibile attrazione verso i dittatori”, disse B. l’8 aprile 2003. Poi definì Putin “dono di Dio”, elogiò il tiranno bielorusso Lukashenko, baciò la mano a Gheddafi e gli regalò motovedette e munizioni per sparare ai nostri pescherecci (a quando qualche bel missile ad alta precisione?). Ma c’è dittatore e dittatore: dipende.

Per B. vale la regola di un vecchio spot del dentifricio Chlorodont: con quella bocca lui può dire ciò che vuole. Lui e i suoi. L’altro giorno ha così sintetizzato la sua concezione della democrazia: “Il dissenso dev’essere positivo, costruttivo. Non deve diventare quotidiano attacco all’immagine del governo, della maggioranza, del primo ministro”. Il famoso dissenso-assenso. Quando la Meloni ha osato ipotizzare l’incandidabilità dei condannati, ha replicato: “Sono assolutamente d’accordo, ma a patto che il giudizio non lo dia una certa magistratura, ma un organo interno al nostro partito”. Il partito auto-pulente.
Quanto a Gheddafi, “ho chiesto perdono per quel che han fatto i nostri predecessori in Libia, così abbiamo trasformato il 30 agosto da festa della vendetta a festa dell’amicizia”. Ecco cos’erano le mitragliate italo-libiche sui pescatori italiani: i fuochi d’artificio della festa dell’amicizia. Stampa e tv di regime vigilano occhiute su questa impar condicio, disperdendo con gli idranti chi osa criticare il governo e minimizzando le sparate del governo. Ieri, sul solito Pompiere, il solito Pigi Cerchiobattista conciava per le feste il mite Nicola Zingaretti, reo di aver dichiarato che, grazie alla Gelmini, “la scuola italiana vive uno dei giorni più brutti del dopoguerra”. Parole che Pigi, tutto spettinato, definisce “lessico apocalittico”, “oltranzismo”, “demagogia”, “esasperazione”, “grillismo di maniera”, “invettive e insulti che ammorbano la politica italiana”. E manca poco che chiami la forza pubblica. Silenzio invece sulla lucida difesa della Gelmini per la scuola statal-leghista di Adro: “Chi polemizza con il sindaco di Adro dovrebbe farlo per coerenza anche quando sono simboli della sinistra a entrare in classe”. Si ignora quali simboli della sinistra abbia in mente la poveretta: probabilmente, i libri.

martedì 14 settembre 2010

Prodigi


"Il vero miracolo non è volare in aria o camminare sulle acque, ma camminare sulla terra."

 
Commento: Un'umanità di bambini cerca il miracoloso in fatti "soprannaturali" come la lievitazione, le statue che piangono, le guarigioni improvvise, le visioni, le apparizioni, le profezie, ecc., e non sembra rendersi conto di quale grande prodigio sia camminare, mangiare, amare, dormire e così via. Alcune religioni hanno diffuso questa immagine del divino e del miracoloso, contribuendo a svalutare la vita di tutti i giorni, le "umili" funzioni quotidiane. Lo Zen ci ricorda invece che proprio le azioni più comuni rappresentano qualcosa di miracoloso. Nessun evento soprannaturale, nessuna nostra creazione artificiale, riuscirà mai ad eguagliare il miracolo di guardare, di star seduti, di respirare, di digerire... di essere. Meditate gente, meditate....................

venerdì 10 settembre 2010

PER NON DIMENTICARE LA FOLLIA UMANA

Domani ricorre il nono anniversario dell'attentato terroristico dell' 11 Settemre 2001 al World Trade Center di New York, conosciute come le torri gemelle.
Ho un ricordo molto vivo di quando, accendendo la TV di ritorno dalla prima vacinazione di mio figlio, vedevo le immagini della torre nord con fumo e fiamme a causa dello schiando di un aeroplano avvenuto alle 08:46 ora di NY. Il tempo di chiedersi come poteva mai essere successo un incidente simile, se si fosse trattato di un guasto alle apparecchiature del velivolo o di un malessere del pilota, che un secondo aereo si schiantò sulla torre sud.
In quel momento ricordo di aver avuto un brivido lungo la schiena, e mentre le immagini televisive mostravano quelle immagini in diretta, i cronisti cominciarono a parlare di attacco terroristico.
Immagini strazianti che mostravano,  dalle persone che si lanciavano nel vuoto per non perire nell'incendio ai pompieri che facevano il possibile e l'impossibile per salvare le persone intrappolate nei due grattacieli, tutta la follia umana nelle sue sfumature fino all'apocalittico crollo quasi contemporaneo delle due torri in un boato definitivo.
Ricordo anche l'impressione che mi fecero i tre minuti di silenzio che si tennero in omaggio alle vittime che coinvolsero radio e TV.
Fu come se tutto il mondo fosse scomparso insieme alle Twins Towers.

Alle 2974 vittime di cui 343 Vigili del Fuoco, ai 24 dispersi nel crollo e a tutte le vittime di atti terroristici, va il mio modesto pensiero.

Marcello 

lunedì 6 settembre 2010

La Storia dei 47 Ronin


La storia
La storia inizia dalle celebrazioni indette dallo Shogun, capo del governo e detentore del potere assoluto nel Giappone feudale, per accogliere un inviato Imperiale - il Maresciallo Achi Kari.

Tokugawa Tsunayoshi, lo Shogun, sceglie Asano per prepare l'accoglienza. Gli affianca, in questo compito, Kira Kozukenosuke Yoshinaka (1641-1702), preposto ad istruirlo sull'etichetta di corte.

Tra i due crebbe però una forte antipatia e Kira fece ogni sforzo per mettere in imbarazzo il suo allievo.
Finquando, nell'aprile del 1701, la situazione esplose nel palazzo dello Shogun.

Kira insultò Asano ancora una volta, tanto da costringerlo a sfoderare la spada ed a cercare di colpirlo.
Kira fu solo ferito dall'attacco ed Asano fu posto sotto custodia.
Colpire un altro uomo come gesto di rabbia era contro la legge, fare questo nella casa dello Shogun era impensabile.

Asano fu costretto ad uccidersi praticando il seppuku per aver violato le regole di corte.
In seguito la sua famiglia, che era molto ricca, finì in rovina (furono confiscati tutti i possedimenti di Asano) e i suoi samurai furono costretti a sciogliersi.

Il piano di Oishi
Quando la sfortunata notizia raggiunse il castello di Asano i suoi abitanti furono trascinati dal clamore e si impegnarono in focose discussioni circa il da farsi.
Alcuni erano favorevoli ad accettare il loro destino ed a disperdersi mentre un altro gruppo era intenzionato a difendere il castello e a dare battaglia al Bakufu, il governo dello Shogun.
Oishi Kuranosuke, a capo dei samurai, raccomandò ai sostenitori di Asano di abbandonare il castello e di lasciare che la confisca avvenisse pacificamente e di lottare per riabilitare il nome della famiglia Asano e nello stesso tempo preparare la vendetta nei confronti di Kira.
Così, il gruppo dei samurai di Asano - ormai ronin, letteralmente uomo onda, samurai senza padrone, senza un signore da servire - cominciarono a preparare un accurato piano di vendetta.
Kira non era uno stupido ed aspettandosi qualche attentato alla sua vita da parte degli uomini di Asano incrementò la sua guardia personale e le misure di sicurezza.
Il piano di Oishi fu in primo luogo di placare ogni sospetto prendendo tutto il tempo necessario in attesa del momento giusto.
Per questo scopo finale i 59 ronin che aderirono al piano di Oishi nascosero le loro armi e le armature prima di disperdersi ostentatamente, alcuni cercando lavoro mentre altri, tra i quali lo stesso Oishi, abbandonandosi a vita randagia come se avessero perso ogni speranza per il loro futuro.
In una occasione, addirittura un samurai di Satsuma incrociando Oishi ubriaco in strada gli sputò addosso dicendogli che non era più un vero samurai.
Valutate tutte queste cose, Kira cominciò a pensare di non essere in pericolo e nel corso di un anno rilassò la guardia.

Fu a questo punto che i ronin colpirono.

Esecuzione del Piano
47 di loro si riunirono il 14 dicembre del 1702 (12 avevano ceduto ed erano tornati alle loro famiglie) e, dopo aver recuperato dal nascondiglio armi ed armature, si prepararono a cogliere la loro vendetta in quella stessa notte nevosa.
Giunti al palazzo di Kira, in Edo, si divisero in due gruppi ed attaccarono senza alcun indugio.
Il primo gruppo scavalcando la recinzione sul lato posteriore del palazzo mentre il secondo forzava l'ingresso principale abbattendone il cancello con un maglio.
I 61 samurai di Kira furono presi completamente di sorpresa, risposero con spirito e tentarono di resistere, ma furono letteralmente travolti, molti perirono o furono seriamente feriti, mentre solo uno dei ronin perse la vita nell'attacco.

Kira fu scovato nascosto in un ripostiglio e portato al cospetto di Oishi il quale gli offrì la possibilità di suicidarsi.
Kira non rispose e Oishi lo uccise con la stessa spada che Asano aveva usato per darsi la morte.
La vendetta era compiuta.

L'assassinio di Kira mise il Bakufu in grande difficoltà.
Dopo tutto i 46 ronin superstiti non avevano fatto altro che mostrare la lealtà verso il proprio signore come ci si sarebbe aspettato da un qualunque vero samurai.
In più, la decisione di costringere Asano al suicidio e di confiscare i beni del suo dominio senza intraprendere alcuna azione nei confronti di Kira e delle sue responsabilità nella vicenda, non era stata accettata con favore e non era stata assolutamente una decisione popolare, tanto che ad un certo punto anche uno degli ispettori incaricati delle indagini aveva protestato contro il verdetto ed era stato degradato.

La vendetta d'onore punita dalla legge
Nondimeno il Bakufu decise che il mantenimento dell'ordine dovesse prevalere e così ai ronin fu ordinato di effettuare il seppuku. Per ordine dello Shogun però "il più giovane tra loro -Terasaka Kichiemon- dovrà rimanere in vita, affinchè egli e la sua discendenza compiano regolarmente le offerte rituali agli spiriti dei suoi leali compagni" e per raccontare questa storia... “
Il 4 febbraio 1703 Oishi e i suoi ronin procedettero ad eseguire la sentenza. I loro corpi furono quindi portati al Sengakuji per essere cremati tutti assieme e tumulati vicino ad Asano.

La vendetta dei 47 ronin continuò ad alimentare controversie per tutto il periodo Edo.

Ancora oggi il Sengakuji è molto popolare a Tokyo ed è meta di moderni ammiratori di quella lealtà coraggiosa che fu espressione della cultura samuraica del periodo Edo.

Alla fine, Oishi e dei suoi ronin divennero degli eroi per il popolo, simbolo di lealtà, coraggio e onore.

mercoledì 1 settembre 2010

La statua del Buddha

Un maestro zen si era fermato, durante un viaggio, in un tempio.
Poiché faceva freddo, per non morire congelato, aveva preso una statua di legno del Buddha e le aveva dato fuoco.
Il sacerdote del tempio, vedendo le fiamme, si era svegliato ed era accorso: credeva che si trattasse di un incendio.
Quando vide quel che succedeva, fu sconvolto dal sacrilegio. "Che cosa hai fatto?" gridò. "Hai bruciato il corpo del Buddha!"
Il maestro prese un bastone e si mise a frugare tra le ceneri.
"E ora che cosa fai?" gli domandò il sacerdote.
"Cerco le ossa del Buddha."
"Quali ossa? Non vedi che è una statua di legno?"
"Allora, per favore, portami un altro Buddha da bruciare."
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Spiegazione: Ecco illustrate due opposte concezioni del sacro: quella simbolico-rituale del sacerdote e quella sostanziale del maestro zen. Per il primo, il sacro, il religioso, era costituito dalle statue, dal tempio e dalle sue liturgie; per il secondo era dato dalla vita stessa e dalle sue necessità. Era più importante conservare una statua o un uomo in carne ed ossa? "Dio non abita in edifici costruiti da mano d'uomo" dice la Bibbia. Viene talvolta il sospetto che i templi e le chiese servano non per avvicinare l'uomo alla trascendenza, ma per farla uscire dalla vita di tutti i giorni, per poterla dimenticare con più facilità. Abituiamoci a ritrovare il divino, al di là delle contrapposizioni, in quel naturale "tempio dello spirito" che é la nostra stessa mente pacificata.

Osservazione personale:
Se la statua fosse stata in pietra, anzichè in legno, questa storia non sarebbe esistita, o sarebbe finita dopo " e poichè faceva freddo.......".
Morì !!!.