giovedì 29 aprile 2010
mercoledì 28 aprile 2010
martedì 27 aprile 2010
lunedì 26 aprile 2010
venerdì 23 aprile 2010
Agakure
Nel mondo ci sono molti che amano dare lezioni, ma sono pochi quelli che si rallegrano nel ricevere un insegnamento, e sono ancora meno numerosi coloro che praticano l'insegnamento ricevuto.
mercoledì 21 aprile 2010
Daniele Luttazzi a "RAI PER UNA NOTTE"
Ora il guaio vero, dopo vent'anni, è purtroppo che l'Italia è piena di berlusconiani con i paraocchi: non vogliono sentir ragioni. Se tu gli ricordassi Mills, All Iberian, Previti, dell'Utri, falso in bilancio, leggi ad personam, pressioni sulla Rai, e loro: "Ma come fai a dire che è un mascalzone?". Come faccio a dirlo? Per lo stesso motivo per cui se incontrassi per la strada di notte un tizio sudaticcio con in mano un coltellaccio insanguinato, la prima cosa che penso non è: "Toh, un cuoco!".
lunedì 19 aprile 2010
Vilipendio di Cadavere ( di Marco Travaglio)
18 aprile 2010
Ieri mattina, sciaguratamente, ho acceso la tv e mi sono imbattuto su una rete Mediaset nella telecronaca diretta del funerale di Raimondo Vianello. Del grande attore scomparso, per sua fortuna, non c’era traccia, essendo già ben chiuso nella sua bara. In compenso imperversava dappertutto un altro comico, anzi un guitto tragicomico con le gote avvizzite e impiastricciate di fard fucsia e il capino spennellato di polenta arancione, che officiava la cerimonia, dirigeva le pompe funebri, smistava il traffico delle préfiche, abbassava il cofano del carro, salutava la folla come Gerry Scotti, poi nella chiesetta sbaciucchiava a favore di telecamera la povera vedova pietrificata in carrozzella e cercava di farla ridere con qualche battuta all’orecchio, chiamava i battimani associandosi ai cori da stadio "Raimondo Raimondo" sollecitati da Pippo Baudo: era il presidente del Consiglio.
Sul pratone di Milano2, un maxischermo da concerto rock ingigantiva quelle immagini raccapriccianti esponendole al "bell’applauso" di una folla di curiosi armata di telefonini e videocamere per immortalare la sfilata dei "vip", come sulla banchina di Porto Rotondo e nel dehors del Billionaire a Ferragosto. Infatti, in quel festival di botulini e siliconi, incedeva persino Lele Mora (Luciano Moggi, altro magister elegantiarum, era passato il giorno prima in una pausa del suo processo). Ho sperato con tutto il cuore che al grande Raimondo, impegnato nell’ultimo viaggio, sia stata risparmiata la vista di quello spettacolo sguaiato, volgare, fasullo: l’esatto contrario della sua vita garbata, elegante, ironica e autoironica. L’estremo oltraggio.
Vianello era, politicamente, un berlusconiano. Ma, antropologicamente e artisticamente, era l’antitesi vivente del berlusconismo. Infatti han dovuto aspettare che morisse per coinvolgerlo, ormai impotente e incolpevole, in una baracconata invereconda che ricorda il feroce episodio de "I nuovi mostri" firmato da Scola, in cui Sordi, guitto di provincia, recita l’elogio funebre del capocomico al cimitero, sul bordo della tomba, rievocandone le battute più grasse e pecorecce mentre tutt’intorno si applaude e si sghignazza. Gli storici del futuro che tenteranno di interpretare l’Italia di oggi non potranno prescindere da quelle immagini, perché difficilmente troveranno miglior reperto del nostro tempo: l’epoca dei senza pudore e dei senza vergogna. Una bara sequestrata da un anziano miliardario squilibrato, malamente pittato da giovanotto, che si crede Napoleone e monopolizza la scena con la stessa congenita volgarità con cui, proprio un anno fa, passeggiava sui cadaveri dell’Aquila accarezzando bambini, baciando vecchie, promettendo case e dentiere nuove per tutti.
Una povera vedova incerottata e distrutta dalla malattia e dal dolore esposta alle telecamere e ai megascreen mentre mormora “Raimondo, io sono qua” senza neppure il diritto di farlo sottovoce, in penombra, lontano da microfoni, occhi e orecchi invadenti, pronti a trasformare tutto in "gossip". E, tutt’intorno, nessuno che notasse lo scempio. Nemmeno un consigliere che suggerisse al capo un po’ di raccoglimento, di compostezza, di silenzio, o gli spiegasse che ai funerali non c’è niente da ridere nè da applaudire. Men che meno ai funerali di Vianello, al quale bastava e avanzava il bellissimo necrologio bianco dettato dalla sua Sandra. "Berlusconi – scrisse un giorno Montanelli – è talmente vanesio che ai matrimoni vorrebbe essere la sposa e ai funerali il morto".
Infatti, anche per evitare di ritrovarselo cianciante alle sue esequie, il vecchio Indro lasciò detto nelle sue ultime volontà: "Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili". Forse Berlusconi non se n’è accorto, ma ieri ha seppellito sguaiatamente l’ultimo berlusconiano elegante e ironico rimasto in circolazione. Se lo capisse, se ne preoccuperebbe più che per il divorzio da Fini. Ma, se lo capisse, non sarebbe Berlusconi.
Ieri mattina, sciaguratamente, ho acceso la tv e mi sono imbattuto su una rete Mediaset nella telecronaca diretta del funerale di Raimondo Vianello. Del grande attore scomparso, per sua fortuna, non c’era traccia, essendo già ben chiuso nella sua bara. In compenso imperversava dappertutto un altro comico, anzi un guitto tragicomico con le gote avvizzite e impiastricciate di fard fucsia e il capino spennellato di polenta arancione, che officiava la cerimonia, dirigeva le pompe funebri, smistava il traffico delle préfiche, abbassava il cofano del carro, salutava la folla come Gerry Scotti, poi nella chiesetta sbaciucchiava a favore di telecamera la povera vedova pietrificata in carrozzella e cercava di farla ridere con qualche battuta all’orecchio, chiamava i battimani associandosi ai cori da stadio "Raimondo Raimondo" sollecitati da Pippo Baudo: era il presidente del Consiglio.
Sul pratone di Milano2, un maxischermo da concerto rock ingigantiva quelle immagini raccapriccianti esponendole al "bell’applauso" di una folla di curiosi armata di telefonini e videocamere per immortalare la sfilata dei "vip", come sulla banchina di Porto Rotondo e nel dehors del Billionaire a Ferragosto. Infatti, in quel festival di botulini e siliconi, incedeva persino Lele Mora (Luciano Moggi, altro magister elegantiarum, era passato il giorno prima in una pausa del suo processo). Ho sperato con tutto il cuore che al grande Raimondo, impegnato nell’ultimo viaggio, sia stata risparmiata la vista di quello spettacolo sguaiato, volgare, fasullo: l’esatto contrario della sua vita garbata, elegante, ironica e autoironica. L’estremo oltraggio.
Vianello era, politicamente, un berlusconiano. Ma, antropologicamente e artisticamente, era l’antitesi vivente del berlusconismo. Infatti han dovuto aspettare che morisse per coinvolgerlo, ormai impotente e incolpevole, in una baracconata invereconda che ricorda il feroce episodio de "I nuovi mostri" firmato da Scola, in cui Sordi, guitto di provincia, recita l’elogio funebre del capocomico al cimitero, sul bordo della tomba, rievocandone le battute più grasse e pecorecce mentre tutt’intorno si applaude e si sghignazza. Gli storici del futuro che tenteranno di interpretare l’Italia di oggi non potranno prescindere da quelle immagini, perché difficilmente troveranno miglior reperto del nostro tempo: l’epoca dei senza pudore e dei senza vergogna. Una bara sequestrata da un anziano miliardario squilibrato, malamente pittato da giovanotto, che si crede Napoleone e monopolizza la scena con la stessa congenita volgarità con cui, proprio un anno fa, passeggiava sui cadaveri dell’Aquila accarezzando bambini, baciando vecchie, promettendo case e dentiere nuove per tutti.
Una povera vedova incerottata e distrutta dalla malattia e dal dolore esposta alle telecamere e ai megascreen mentre mormora “Raimondo, io sono qua” senza neppure il diritto di farlo sottovoce, in penombra, lontano da microfoni, occhi e orecchi invadenti, pronti a trasformare tutto in "gossip". E, tutt’intorno, nessuno che notasse lo scempio. Nemmeno un consigliere che suggerisse al capo un po’ di raccoglimento, di compostezza, di silenzio, o gli spiegasse che ai funerali non c’è niente da ridere nè da applaudire. Men che meno ai funerali di Vianello, al quale bastava e avanzava il bellissimo necrologio bianco dettato dalla sua Sandra. "Berlusconi – scrisse un giorno Montanelli – è talmente vanesio che ai matrimoni vorrebbe essere la sposa e ai funerali il morto".
Infatti, anche per evitare di ritrovarselo cianciante alle sue esequie, il vecchio Indro lasciò detto nelle sue ultime volontà: "Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili". Forse Berlusconi non se n’è accorto, ma ieri ha seppellito sguaiatamente l’ultimo berlusconiano elegante e ironico rimasto in circolazione. Se lo capisse, se ne preoccuperebbe più che per il divorzio da Fini. Ma, se lo capisse, non sarebbe Berlusconi.
Le divisioni imperfette (By Spinoza)
Berlusconi-Fini, pranzo sulle riforme. Certo che se la potrebbero permettere una tovaglia.
Il clima si preannuncia teso: Fini si è presentato con l’assaggiatore.
Il presidente della Camera ha chiesto a Berlusconi “Un Pdl più moderno, democratico, civile e legalitario”. In pratica, senza Berlusconi.
Il pranzo si è concluso senza sorprese: con l’amaro.
Il premier si è limitato a dire: “Ho mangiato benissimo”. Riferendosi agli ultimi dieci anni.
(Dopo Veronica, altro divorzio in vista per Berlusconi. Se se ne va anche Leonardo si puo’ pensare a una class action)
In un comunicato stampa, Fini dichiara di attendere serenamente le valutazioni del premier. E di non voler essere bendato.
Fini ha comunque riconosciuto alcuni meriti a Berlusconi: da quando è al governo nessun asteroide si è schiantato sull’Italia.
Pare che Fini abbia chiesto a Berlusconi la testa di Gasparri. Si accontenta di poco.
Berlusconi convoca i vertici del Pdl. Vuole starsene un po’ da solo.
Riunione straordinaria del Pdl. Sbuffa Berlusconi. Sono quel tipo di riunioni senza figa.
Il premier incontra La Russa, Verdini e Bondi. Vuole sentirsi dire quanto ha ragione.
La Russa, Verdini e Bondi scrivono una nota congiunta sulla vicenda: uno teneva ferma la penna e gli altri due muovevano il foglio.
Il Secolo d’Italia parla di “generico sloganismo”. Non sono d’accordo, l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio.
Fini sarebbe pronto a costituire un gruppo autonomo. Si chiamerà “Il presidente della Camera avrà più fan di quello del Consiglio”.
Fini: “Berlusconi scatenerà i cani per sbranarmi. Già mi aspetto Feltri”. Ecco perché da un po’ di tempo lo tenevano a digiuno.
Secondo Bersani “il Pdl ha un grosso problema”. E non è certo lui.
Il segretario del Pd: “Non mi sembra che la presidenza della Camera sia nella disponibilità di Berlusconi”. Controlla meglio.
Bersani teme le elezioni anticipate. Gli elettori potrebbero votare.
Secondo Bersani “parlare di elezioni anticipate è una pazzia”. Dategli un po’ di tempo per godersi la recente vittoria.
(Il problema del centrosinistra è che non ha un suo Berlusconi. Per questo appoggia quello che c’è già)
Bossi: “Temo che la cosa non si rimetta a posto”. Eh sì, è dura, dopo un ictus.
Il clima si preannuncia teso: Fini si è presentato con l’assaggiatore.
Il presidente della Camera ha chiesto a Berlusconi “Un Pdl più moderno, democratico, civile e legalitario”. In pratica, senza Berlusconi.
Il pranzo si è concluso senza sorprese: con l’amaro.
Il premier si è limitato a dire: “Ho mangiato benissimo”. Riferendosi agli ultimi dieci anni.
(Dopo Veronica, altro divorzio in vista per Berlusconi. Se se ne va anche Leonardo si puo’ pensare a una class action)
In un comunicato stampa, Fini dichiara di attendere serenamente le valutazioni del premier. E di non voler essere bendato.
Fini ha comunque riconosciuto alcuni meriti a Berlusconi: da quando è al governo nessun asteroide si è schiantato sull’Italia.
Pare che Fini abbia chiesto a Berlusconi la testa di Gasparri. Si accontenta di poco.
Berlusconi convoca i vertici del Pdl. Vuole starsene un po’ da solo.
Riunione straordinaria del Pdl. Sbuffa Berlusconi. Sono quel tipo di riunioni senza figa.
Il premier incontra La Russa, Verdini e Bondi. Vuole sentirsi dire quanto ha ragione.
La Russa, Verdini e Bondi scrivono una nota congiunta sulla vicenda: uno teneva ferma la penna e gli altri due muovevano il foglio.
Il Secolo d’Italia parla di “generico sloganismo”. Non sono d’accordo, l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio.
Fini sarebbe pronto a costituire un gruppo autonomo. Si chiamerà “Il presidente della Camera avrà più fan di quello del Consiglio”.
Fini: “Berlusconi scatenerà i cani per sbranarmi. Già mi aspetto Feltri”. Ecco perché da un po’ di tempo lo tenevano a digiuno.
Secondo Bersani “il Pdl ha un grosso problema”. E non è certo lui.
Il segretario del Pd: “Non mi sembra che la presidenza della Camera sia nella disponibilità di Berlusconi”. Controlla meglio.
Bersani teme le elezioni anticipate. Gli elettori potrebbero votare.
Secondo Bersani “parlare di elezioni anticipate è una pazzia”. Dategli un po’ di tempo per godersi la recente vittoria.
(Il problema del centrosinistra è che non ha un suo Berlusconi. Per questo appoggia quello che c’è già)
Bossi: “Temo che la cosa non si rimetta a posto”. Eh sì, è dura, dopo un ictus.
venerdì 16 aprile 2010
giovedì 15 aprile 2010
La lettera dell’imprenditoreche ha pagato la mensa dei bambini di Adro nel bresciano
Il sindaco sospende il pranzo agli alunni della scuola materna ed elementare che hanno pagato la retta e gli arretrati e un cittadino invia un bonifico di 10mila euro per rimettere tutto a posto. Accade ad Adro nel bresciano dove l'amministrazione comunale ha ricevuto il versamento che ha saldato il debito accumulato dalle famiglie che avevano usufruito del servizio e per motivi diversi non avevano pagato la retta. L'anonimo benefattore – imprenditore agricolo - ha accompagnato il suo gesto da una lettera pubblicata dal sito del "Corriere della Sera" e che pubblichiamo qui sotto.
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film L'albero degli zoccoli. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene.
È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica. A scanso di equivoci, premetto che: non sono "comunista". Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona. So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell'educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell'Ucraina. Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l'insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male. I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, rna potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni "miserevoli". Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino...). Ma dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti "urlare", scuotere l'animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il "commercio".
Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare "partito dell'amore". Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti "compagni che sbagliano". Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l'amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (O quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? È già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI. Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E CHI SEMINA VENTO, RACCOGLIE TEMPESTA! I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L'età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce li volessero piu cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. È anche per questo che non ci sto. Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani. Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all'uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l'amministrazione.
In tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l'anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno a vorranno pagare il costa della mensa residua resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa. Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del "grande fratello".
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo. Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L'idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di eredito c'e, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
---------------------------------------------------------------------------
Ancora una volta, i partiti ci hanno fatto capire che della gente, fuori dal periodo elettorale, non gliene frega niente.
Il Partito dell'Amore, i bambili li usa solo negli spot e poi possono anche morire di fame ( tra l'altro magari sono pure figli di immigrati...).
Mentre il PD, è prima troppo impegnato a riconoscere chi deve avere la lidership interna, poi cercando di candidare dei personaggi inquietanti che risultano inquisiti, prescritti o peggio ( sai com'è, se funziona per loro....) e infine a piangere sui voti persi inspiegabilmente e così tornano a preoccuparsi dei loro problemi interni per capire, per poter affrontare le prossime elezioni. SVEGLIA GENTE !!!!!!
Ogni tanto occupatevi dei veri problemi del paese e sopratutto della gente che ci vive e che vi da da mangiare, diversamente, siete già morti !!!
Complimenti ad entrambe.
Siamo davvero alla frutta !!!!!!!!!!!!!!!
Marcello
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film L'albero degli zoccoli. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene.
È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica. A scanso di equivoci, premetto che: non sono "comunista". Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona. So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell'educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell'Ucraina. Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l'insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male. I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, rna potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni "miserevoli". Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino...). Ma dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti "urlare", scuotere l'animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il "commercio".
Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare "partito dell'amore". Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti "compagni che sbagliano". Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l'amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (O quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? È già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI. Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E CHI SEMINA VENTO, RACCOGLIE TEMPESTA! I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L'età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce li volessero piu cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. È anche per questo che non ci sto. Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani. Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all'uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l'amministrazione.
In tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l'anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno a vorranno pagare il costa della mensa residua resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa. Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del "grande fratello".
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo. Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L'idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di eredito c'e, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
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Ancora una volta, i partiti ci hanno fatto capire che della gente, fuori dal periodo elettorale, non gliene frega niente.
Il Partito dell'Amore, i bambili li usa solo negli spot e poi possono anche morire di fame ( tra l'altro magari sono pure figli di immigrati...).
Mentre il PD, è prima troppo impegnato a riconoscere chi deve avere la lidership interna, poi cercando di candidare dei personaggi inquietanti che risultano inquisiti, prescritti o peggio ( sai com'è, se funziona per loro....) e infine a piangere sui voti persi inspiegabilmente e così tornano a preoccuparsi dei loro problemi interni per capire, per poter affrontare le prossime elezioni. SVEGLIA GENTE !!!!!!
Ogni tanto occupatevi dei veri problemi del paese e sopratutto della gente che ci vive e che vi da da mangiare, diversamente, siete già morti !!!
Complimenti ad entrambe.
Siamo davvero alla frutta !!!!!!!!!!!!!!!
Marcello
mercoledì 14 aprile 2010
La legge è uguale quasi per tutti
da Il Fatto Quotidiano, 13 aprile 2010 ( di Marco Travaglio)
Ieri, a Catania, un impiegato regionale è finito in carcere per truffa allo Stato perché timbrava il cartellino in ufficio e poi se ne usciva per sbrigare le sue faccende private. I carabinieri l’hanno sorpreso in casa sua mentre riposava. Nelle stesse ore andava in scena al Tribunale di Milano l’ennesima replica della pièce “Un ometto in fuga”.
I tre avvocati del premier, tutti parlamentari, cioè pagati da noi, hanno esibito due paginette firmate nientemeno che dal segretario della presidenza del Consiglio, in cui si spiega (si fa per dire) come e qualmente Mr. B. avrà da fare ininterrottamente, 24 ore su 24, sette giorni su sette, per i prossimi tre mesi e mezzo, fino al 21 luglio (dopo, i tribunali chiudono per ferie fino a metà settembre). In tempi normali, dinanzi a una lettera così indecente, il tribunale avrebbe disposto un’immediata perizia psichiatrica sul segretario della presidenza del Consiglio, nel tentativo di esplorare le gravi patologie che l’hanno indotto a mettere nero su bianco una così monumentale cazzata.
In un paese normale, tipo gli Stati Uniti, se un avvocato si azzardasse a sostenerla, verrebbe incriminato su due piedi per oltraggio alla Corte e gli passerebbe la voglia di riprovarci (quando Bill Clinton provò a chiedere di essere esentato dal testimoniare sulle accuse di molestie della stagista Paula Jones, la Corte suprema rispose che, al massimo, poteva essere sentito alla Casa Bianca, non certo sottrarsi alla Giustizia). Siccome non viviamo in un paese e in tempi normali, è probabile che i giudici prendano per buona la cazzata e rinviino il processo Mediaset al 21 luglio, quando dovranno rinviarlo a metà settembre, quando riceveranno un’altra lettera piena di cazzate che chiederà un ulteriore rinvio di sei mesi, e così via per un totale di un anno e mezzo. Cioè fino a Natale del 2011, quando i giudici si sveglieranno e scopriranno che il premier è improcessabile per sempre: non si sa ancora se grazie a un lodo Alfano-bis riservato alle alte cariche dello Stato o al ripristino dell’immunità parlamentare per tutti i mandarini della Casta, anzi della Cosca.
Tutto ciò è possibile grazie a una psico-legge, quella sul cosiddetto “legittimo impedimento”, festosamente firmata dal presidente Napolitano, presunto garante della Costituzione in cui è scolpito all’articolo 3 che “tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e all’articolo 101 che “i giudici sono soggetti soltanto alla legge”. Il pm Fabio De Pasquale, un ingenuo che si ostina a leggere e rileggere la Costituzione in cerca di qualcosa che giustifichi quel che sta accadendo, ha osservato che delle due l’una: o il legittimo impedimento consente ai giudici di verificare se sia umanamente possibile che il premier non possa comparire mai per un anno e mezzo in tribunale (e allora resta da capire, per esempio, che ci facesse l’altro giorno in una tenuta del Senese, dove pare stia per comprare l’ennesima villa) e, in caso contrario, di convocarlo per le udienze, magari concordando qualche data libera, compresi i sabati e le domeniche; oppure la nuova legge lo impedisce, nel qual caso è incostituzionale, perché rende i giudici soggetti non più alla legge, ma a due paginette firmate dal segretario di Palazzo Chigi.
Sarebbe opportuno che fosse il capo dello Stato a spiegare all’impiegato di Catania perché deve restarsene in galera per aver disertato l’ufficio per qualche ora, mentre il suo presidente del Consiglio può andare in giro per i suoi porci comodi disertando i tribunali per 18 mesi. L’impiegato non può accampare legittimi impedimenti per assentarsi dall’ufficio, né per sottrarsi al processo. Il premier invece sì. Eppure sono due cittadini italiani “eguali di fronte alla legge”. Riuscirà Giorgio Napolitano a trovare le parole per spiegare questa singolare disparità di trattamento, oppure ha anche lui un legittimo impedimento?
Ieri, a Catania, un impiegato regionale è finito in carcere per truffa allo Stato perché timbrava il cartellino in ufficio e poi se ne usciva per sbrigare le sue faccende private. I carabinieri l’hanno sorpreso in casa sua mentre riposava. Nelle stesse ore andava in scena al Tribunale di Milano l’ennesima replica della pièce “Un ometto in fuga”.
I tre avvocati del premier, tutti parlamentari, cioè pagati da noi, hanno esibito due paginette firmate nientemeno che dal segretario della presidenza del Consiglio, in cui si spiega (si fa per dire) come e qualmente Mr. B. avrà da fare ininterrottamente, 24 ore su 24, sette giorni su sette, per i prossimi tre mesi e mezzo, fino al 21 luglio (dopo, i tribunali chiudono per ferie fino a metà settembre). In tempi normali, dinanzi a una lettera così indecente, il tribunale avrebbe disposto un’immediata perizia psichiatrica sul segretario della presidenza del Consiglio, nel tentativo di esplorare le gravi patologie che l’hanno indotto a mettere nero su bianco una così monumentale cazzata.
In un paese normale, tipo gli Stati Uniti, se un avvocato si azzardasse a sostenerla, verrebbe incriminato su due piedi per oltraggio alla Corte e gli passerebbe la voglia di riprovarci (quando Bill Clinton provò a chiedere di essere esentato dal testimoniare sulle accuse di molestie della stagista Paula Jones, la Corte suprema rispose che, al massimo, poteva essere sentito alla Casa Bianca, non certo sottrarsi alla Giustizia). Siccome non viviamo in un paese e in tempi normali, è probabile che i giudici prendano per buona la cazzata e rinviino il processo Mediaset al 21 luglio, quando dovranno rinviarlo a metà settembre, quando riceveranno un’altra lettera piena di cazzate che chiederà un ulteriore rinvio di sei mesi, e così via per un totale di un anno e mezzo. Cioè fino a Natale del 2011, quando i giudici si sveglieranno e scopriranno che il premier è improcessabile per sempre: non si sa ancora se grazie a un lodo Alfano-bis riservato alle alte cariche dello Stato o al ripristino dell’immunità parlamentare per tutti i mandarini della Casta, anzi della Cosca.
Tutto ciò è possibile grazie a una psico-legge, quella sul cosiddetto “legittimo impedimento”, festosamente firmata dal presidente Napolitano, presunto garante della Costituzione in cui è scolpito all’articolo 3 che “tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e all’articolo 101 che “i giudici sono soggetti soltanto alla legge”. Il pm Fabio De Pasquale, un ingenuo che si ostina a leggere e rileggere la Costituzione in cerca di qualcosa che giustifichi quel che sta accadendo, ha osservato che delle due l’una: o il legittimo impedimento consente ai giudici di verificare se sia umanamente possibile che il premier non possa comparire mai per un anno e mezzo in tribunale (e allora resta da capire, per esempio, che ci facesse l’altro giorno in una tenuta del Senese, dove pare stia per comprare l’ennesima villa) e, in caso contrario, di convocarlo per le udienze, magari concordando qualche data libera, compresi i sabati e le domeniche; oppure la nuova legge lo impedisce, nel qual caso è incostituzionale, perché rende i giudici soggetti non più alla legge, ma a due paginette firmate dal segretario di Palazzo Chigi.
Sarebbe opportuno che fosse il capo dello Stato a spiegare all’impiegato di Catania perché deve restarsene in galera per aver disertato l’ufficio per qualche ora, mentre il suo presidente del Consiglio può andare in giro per i suoi porci comodi disertando i tribunali per 18 mesi. L’impiegato non può accampare legittimi impedimenti per assentarsi dall’ufficio, né per sottrarsi al processo. Il premier invece sì. Eppure sono due cittadini italiani “eguali di fronte alla legge”. Riuscirà Giorgio Napolitano a trovare le parole per spiegare questa singolare disparità di trattamento, oppure ha anche lui un legittimo impedimento?
martedì 13 aprile 2010
IO STO DALLA PARTE DI GINO E DI EMERGENCY
Sintesi degli interventi di Emergency
Mappa dei paesi in cui Emergency è intervenutaEmergency è intervenuta in 13 paesi dal 1994 a oggi:
7 centri medici
Anabah, Kabul, Lashkar-gah (Afghanistan), Battambang (Cambogia), Sulaimaniya, Erbil (Iraq), Goderich (Sierra Leone)
1 centro cardio-chirurgia a Karthoum (Sudan)
3 centri pediatrici
Goderich (Sierra Leone), Karthoum (Sudan), Bangui (Rep.Centrafricana)
1 centro di riabilitazione e produzione protesi a Sulaimaniya (Iraq)
1 centro maternità ad Anabah (Afghanistan)
55 FAP (First Aid Post)
re-integrazione sociale di vittime di guerra
laboratorio di tappeti per vedove (Anabah), formazione professionale (Sulaimaniya)
assistenza ai prigionieri (Afghanistan)
1 poliambulatorio a Palermo (Italia) per assistere gli immigrati
interventi una tantum in altri paesi
Ruanda (1994), Serbia (1999), Eritrea (2000), Algeria (2003), Angola (2003), Palestina (2004), Sri-Lanka (2005)
Dal 1994 al 2008 Emergency ha aiutato 3.177.825 persone
Insomma, là dove c'è un conflitto con vittime innocenti EMERGENCY aiuta i feriti a prescindere dal colore della divisa o della fazione di appartenenza.E' una delle eccellenze Italiane nel mondo.
Il nobel per la pace dovrebbero darlo a Gino Strada, non a Obama.
Mappa dei paesi in cui Emergency è intervenutaEmergency è intervenuta in 13 paesi dal 1994 a oggi:
7 centri medici
Anabah, Kabul, Lashkar-gah (Afghanistan), Battambang (Cambogia), Sulaimaniya, Erbil (Iraq), Goderich (Sierra Leone)
1 centro cardio-chirurgia a Karthoum (Sudan)
3 centri pediatrici
Goderich (Sierra Leone), Karthoum (Sudan), Bangui (Rep.Centrafricana)
1 centro di riabilitazione e produzione protesi a Sulaimaniya (Iraq)
1 centro maternità ad Anabah (Afghanistan)
55 FAP (First Aid Post)
re-integrazione sociale di vittime di guerra
laboratorio di tappeti per vedove (Anabah), formazione professionale (Sulaimaniya)
assistenza ai prigionieri (Afghanistan)
1 poliambulatorio a Palermo (Italia) per assistere gli immigrati
interventi una tantum in altri paesi
Ruanda (1994), Serbia (1999), Eritrea (2000), Algeria (2003), Angola (2003), Palestina (2004), Sri-Lanka (2005)
Dal 1994 al 2008 Emergency ha aiutato 3.177.825 persone
Insomma, là dove c'è un conflitto con vittime innocenti EMERGENCY aiuta i feriti a prescindere dal colore della divisa o della fazione di appartenenza.E' una delle eccellenze Italiane nel mondo.
Il nobel per la pace dovrebbero darlo a Gino Strada, non a Obama.
Atti di fede ( da Spinoza)
Berlusconi apre all’opposizione. E le vende un aspirapolvere.
Il premier: “Nel nostro assetto l’esecutivo non ha alcun potere”. A parte quello esecutivo.
Precipita il Tupolev con a bordo il presidente polacco. Il pilota non aveva alitato sulla punta prima del decollo.
Afghanistan, arrestati tre italiani con gravi accuse. Pare stessero salvando delle vite.
Appena ha appreso la notizia, Frattini ha annullato tutti gli impegni ed è partito per le ferie.
Affidati a Frattini e Gasparri i primi commenti sull’arresto degli uomini di Emergency. Ma si tratta ancora di figure di merda esplorative.
Gasparri: “La linea di Emergency è poco chiara”. Infatti è chiara.
Frattini: “Occorre cautela nella questione Emergency-Afghanistan”. Può occuparsi di una sola parola straniera per volta.
Napolitano firma l’ennesima legge vergogna. Comincio a credere che Berlusconi sia solo un burattino nelle sue mani.
Pedofilia, secondo Radio Vaticana è coinvolto solo lo 0,03% dei sacerdoti. Per tutti gli altri era soltanto sesso.
(In effetti le percentuali sono bassissime. Del resto lo spoglio è appena iniziato)
Ratzinger: “I preti si comportino come gli angeli”. Quindi cerchino di non farsi vedere.
A Torino grande folla per l’ostensione della Sindone. Come se alla Chiesa di oggi mancassero i panni sporchi.
(Un milione e mezzo di pellegrini. Trentamila pullman da tutta Europa. Duemila anni di balle)
Il valore della Sindone è stimato in 15 milioni di euro. Chissà l’originale!
La Sindone a Torino ha avuto talmente tanto successo che ogni città italiana ne avrà una propria.
Dolce e Gabbana sotto inchiesta per evasione fiscale. Il nero va su tutto.
Cernusco sul Naviglio, bimba nigeriana di 13 mesi muore perché il padre non ha la tessera sanitaria. In Afghanistan l’avrebbero curata.
L’autopsia conferma le cause della morte: era negra.
Brunetta: “Non guardo più i tg, mi irritano”. E poi a quell’ora c’è Tom e Jerry.
Il premier: “Nel nostro assetto l’esecutivo non ha alcun potere”. A parte quello esecutivo.
Precipita il Tupolev con a bordo il presidente polacco. Il pilota non aveva alitato sulla punta prima del decollo.
Afghanistan, arrestati tre italiani con gravi accuse. Pare stessero salvando delle vite.
Appena ha appreso la notizia, Frattini ha annullato tutti gli impegni ed è partito per le ferie.
Affidati a Frattini e Gasparri i primi commenti sull’arresto degli uomini di Emergency. Ma si tratta ancora di figure di merda esplorative.
Gasparri: “La linea di Emergency è poco chiara”. Infatti è chiara.
Frattini: “Occorre cautela nella questione Emergency-Afghanistan”. Può occuparsi di una sola parola straniera per volta.
Napolitano firma l’ennesima legge vergogna. Comincio a credere che Berlusconi sia solo un burattino nelle sue mani.
Pedofilia, secondo Radio Vaticana è coinvolto solo lo 0,03% dei sacerdoti. Per tutti gli altri era soltanto sesso.
(In effetti le percentuali sono bassissime. Del resto lo spoglio è appena iniziato)
Ratzinger: “I preti si comportino come gli angeli”. Quindi cerchino di non farsi vedere.
A Torino grande folla per l’ostensione della Sindone. Come se alla Chiesa di oggi mancassero i panni sporchi.
(Un milione e mezzo di pellegrini. Trentamila pullman da tutta Europa. Duemila anni di balle)
Il valore della Sindone è stimato in 15 milioni di euro. Chissà l’originale!
La Sindone a Torino ha avuto talmente tanto successo che ogni città italiana ne avrà una propria.
Dolce e Gabbana sotto inchiesta per evasione fiscale. Il nero va su tutto.
Cernusco sul Naviglio, bimba nigeriana di 13 mesi muore perché il padre non ha la tessera sanitaria. In Afghanistan l’avrebbero curata.
L’autopsia conferma le cause della morte: era negra.
Brunetta: “Non guardo più i tg, mi irritano”. E poi a quell’ora c’è Tom e Jerry.
lunedì 12 aprile 2010
Amici miei atto IV
Marco Travaglio, da Il Fatto Quotidiano, 10 aprile 2010
La notizia non è che il ministro Roberto Calderoli sia salito al Quirinale. E’ che l’abbiano fatto entrare. Il capo dello Stato ha addirittura ascoltato “la sua esposizione degli orientamenti generali del governo in materia di riforme” e ha ricevuto dalle sue mani “una prima bozza di lavoro”. Berlusconi è caduto dalle nuvole e ha derubricato la cosa come una “iniziativa personale” del rubicondo ministro. In realtà si trattava di uno dei celebri scherzi di Calderoli, per gli amici “Pota” (da non confondere con Cota e con la Trota). Lo stesso che chiese l’uscita dell’Italia dall’euro e iniziò a battere moneta padana in quel di Pontida, coniando il “calderòlo”. Lo stesso che sposò la sua prima moglie con rito celtico, alzando il calice di sidro in onore di Odino e Taranis. Lo stesso che marciò su Verona alla testa di un corteo contro il procuratore Papalia, “il più terrone che ci sia”, con tanto di bara.
Da anni il noto odontoiatra bergamasco fa di tutto per denunciare la sua vera natura, ma viene inopinatamente scambiato per un padre costituente. In realtà è un simpatico buontempone da bar che non sfigurerebbe nel remake di “Amici Miei” (al posto del celebre Sassaroli, il Calderoli). Uno che, per tirar tardi la sera con gli amici, sarebbe disposto a inventarsi di tutto. Anche un vertice estivo in una baita del Cadore per riscrivere la Costituzione. Quando lo disse alla moglie (“Cara, esco un attimo a fare le riforme istituzionali”), la signora lo fece pedinare da uno specialista, ma alla fine scoprì che era tutto vero. Nell’allegra brigata il consorte aveva la funzione di portare i grappini. Il fatto è che lo prendono sempre sul serio anche contro la sua volontà. Nel 2004, quando lo fecero ministro delle Riforme istituzionali, dichiarò costernato al Corriere: “Su di me non avrei scommesso una lira”. Non ci credeva nemmeno lui: di qui l’espressione perennemente esterrefatta, con occhio sgranato. Una sorta di parèsi nell’atto di domandare: “Io ministro? Ma siete sicuri?”. Da allora le provò tutte per convincere i colleghi che avevano sbagliato persona.
Definì Igor Marini “meglio di Pico della Mirandola”. Chiamò gl’immigrati “bingo bongo” e li invitò a “tornare nella giungla a parlare con le scimmie”. Propose, per le riforme, il “modello australiano”. Spiegò che “i culattoni meritano le fiamme dell’inferno”. Salutò l’elezione di Ratzinger con l’immortale “più che Benedetto XVI avrei preferito Crautus I” invocando “una Chiesa padana”. Lanciò l’idea di “castrare i pedofili con un colpo di cesoia”. Niente da fare, nessuno pensò di cacciarlo: a ogni pirlata seguiva ampio e articolato dibattito. A quel punto, à la guerre comme à la guerre, il burlone sfoderò l’arma segreta: una maglietta anti-Maometto al Tg1. Per quattro giorni non accadde nulla, poi le riprese fecero il giro del mondo arabo: tumulti, proteste, morti e feriti al consolato di Bengasi. A quel punto persino Berlusconi dovette privarsi del più moderato dei suoi ministri.
Perché fosse definitivamente chiaro che lui è lì per sbaglio, annunciò che la sua riforma elettorale era “una porcata”. Fu subito promosso ministro della Semplificazione legislativa: lo paghiamo perché non gli vengano più in mente nuove leggi e ne cancelli qualcuna, possibilmente sua. Lui, sempre per mettere gli altri sull’avviso, ha estratto il lanciafiamme bruciando una montagna di carte asserendo che erano “375 mila leggi inutili”: se fosse vero, secondo calcoli di Gian Antonio Stella, il Parlamento italiano avrebbe dovuto lavorare “h 24” quattro giorni a settimana, compresi gli anni di guerra, dal 1861 a oggi, varando una media di 7,8 leggi inutili al giorno, più quelle utili. “Almeno ora – dev’essersi detto Calderoli – lo capiranno chi sono!”. Niente. Anzi ora ci casca pure il centrosinistra. Enrico Letta elogia il “metodo Calderoli per le riforme”. E Napolitano lo riceve al Quirinale per deliberare la sua “bozza di lavoro”. Pare che, per la forza dell’abitudine, abbia tentato addirittura di firmargliela lì, su due piedi. Al che Pota ha dovuto confessare: “Lasci stare, presidente: è la lista della spesa”.
La notizia non è che il ministro Roberto Calderoli sia salito al Quirinale. E’ che l’abbiano fatto entrare. Il capo dello Stato ha addirittura ascoltato “la sua esposizione degli orientamenti generali del governo in materia di riforme” e ha ricevuto dalle sue mani “una prima bozza di lavoro”. Berlusconi è caduto dalle nuvole e ha derubricato la cosa come una “iniziativa personale” del rubicondo ministro. In realtà si trattava di uno dei celebri scherzi di Calderoli, per gli amici “Pota” (da non confondere con Cota e con la Trota). Lo stesso che chiese l’uscita dell’Italia dall’euro e iniziò a battere moneta padana in quel di Pontida, coniando il “calderòlo”. Lo stesso che sposò la sua prima moglie con rito celtico, alzando il calice di sidro in onore di Odino e Taranis. Lo stesso che marciò su Verona alla testa di un corteo contro il procuratore Papalia, “il più terrone che ci sia”, con tanto di bara.
Da anni il noto odontoiatra bergamasco fa di tutto per denunciare la sua vera natura, ma viene inopinatamente scambiato per un padre costituente. In realtà è un simpatico buontempone da bar che non sfigurerebbe nel remake di “Amici Miei” (al posto del celebre Sassaroli, il Calderoli). Uno che, per tirar tardi la sera con gli amici, sarebbe disposto a inventarsi di tutto. Anche un vertice estivo in una baita del Cadore per riscrivere la Costituzione. Quando lo disse alla moglie (“Cara, esco un attimo a fare le riforme istituzionali”), la signora lo fece pedinare da uno specialista, ma alla fine scoprì che era tutto vero. Nell’allegra brigata il consorte aveva la funzione di portare i grappini. Il fatto è che lo prendono sempre sul serio anche contro la sua volontà. Nel 2004, quando lo fecero ministro delle Riforme istituzionali, dichiarò costernato al Corriere: “Su di me non avrei scommesso una lira”. Non ci credeva nemmeno lui: di qui l’espressione perennemente esterrefatta, con occhio sgranato. Una sorta di parèsi nell’atto di domandare: “Io ministro? Ma siete sicuri?”. Da allora le provò tutte per convincere i colleghi che avevano sbagliato persona.
Definì Igor Marini “meglio di Pico della Mirandola”. Chiamò gl’immigrati “bingo bongo” e li invitò a “tornare nella giungla a parlare con le scimmie”. Propose, per le riforme, il “modello australiano”. Spiegò che “i culattoni meritano le fiamme dell’inferno”. Salutò l’elezione di Ratzinger con l’immortale “più che Benedetto XVI avrei preferito Crautus I” invocando “una Chiesa padana”. Lanciò l’idea di “castrare i pedofili con un colpo di cesoia”. Niente da fare, nessuno pensò di cacciarlo: a ogni pirlata seguiva ampio e articolato dibattito. A quel punto, à la guerre comme à la guerre, il burlone sfoderò l’arma segreta: una maglietta anti-Maometto al Tg1. Per quattro giorni non accadde nulla, poi le riprese fecero il giro del mondo arabo: tumulti, proteste, morti e feriti al consolato di Bengasi. A quel punto persino Berlusconi dovette privarsi del più moderato dei suoi ministri.
Perché fosse definitivamente chiaro che lui è lì per sbaglio, annunciò che la sua riforma elettorale era “una porcata”. Fu subito promosso ministro della Semplificazione legislativa: lo paghiamo perché non gli vengano più in mente nuove leggi e ne cancelli qualcuna, possibilmente sua. Lui, sempre per mettere gli altri sull’avviso, ha estratto il lanciafiamme bruciando una montagna di carte asserendo che erano “375 mila leggi inutili”: se fosse vero, secondo calcoli di Gian Antonio Stella, il Parlamento italiano avrebbe dovuto lavorare “h 24” quattro giorni a settimana, compresi gli anni di guerra, dal 1861 a oggi, varando una media di 7,8 leggi inutili al giorno, più quelle utili. “Almeno ora – dev’essersi detto Calderoli – lo capiranno chi sono!”. Niente. Anzi ora ci casca pure il centrosinistra. Enrico Letta elogia il “metodo Calderoli per le riforme”. E Napolitano lo riceve al Quirinale per deliberare la sua “bozza di lavoro”. Pare che, per la forza dell’abitudine, abbia tentato addirittura di firmargliela lì, su due piedi. Al che Pota ha dovuto confessare: “Lasci stare, presidente: è la lista della spesa”.
sabato 10 aprile 2010
venerdì 9 aprile 2010
Ci pisciano in testa e ci dicono che piove
Le aziende che adottano la cassa integrazione e la gente che perde il posto di lavoro sono in aumento. Nell'azienda dove lavoro io, in un anno siamo passati da 37 a 6.
Qualcuno lo aveva previsto, ma come al solito veniva tacciato come comunista e pessimista. Alla fine se le cose in Italia vanno male è colpa del pessimismo, come se a furia di dire che le cose vanno male sia colpa di chi si lamenta, ma provate a dire che va tutto bene quando dopo un anno di mobilità devi firmare per il tuo licenziamento perchè le aziende sono in crisi. C'è gente che si arrampica sulle gru, sui tetti sugli alberi, ormai chi perde il lavoro diventa automaticamente un freeklamber.
Chi governa si interessa dei problemi degli italiani solo in campagna elettorale, ma poi le cose che interessano di più sono l'impunità per i reati commessi e ora la grande novità di importanza fondamentale per il Paese, il PRESIDENZIALISMO alla francese, l'aggiornamento della costituzione ( l'avessero letta almeno una volta) e le grandi riforme tipo il Federalismo fiscale.
Così le regioni che hanno un reddito che farebbe invidia ad un paese sudamericano si ritroveranno a fare l'elemosina o dei prestiti vantaggiosi solo per chi li concede, dimenticando che l'unica legge veramente federale che era già esistente, l'ICI, l'hanno tolta per far pagare meno i soliti ricchi che hanno 4/5 ville al mare e altrettante ai monti.
Complimenti agli incantatori di serpenti, e che dire dei serpenti che si fanno incantare ????
Mah !!!!
Marcello
Qualcuno lo aveva previsto, ma come al solito veniva tacciato come comunista e pessimista. Alla fine se le cose in Italia vanno male è colpa del pessimismo, come se a furia di dire che le cose vanno male sia colpa di chi si lamenta, ma provate a dire che va tutto bene quando dopo un anno di mobilità devi firmare per il tuo licenziamento perchè le aziende sono in crisi. C'è gente che si arrampica sulle gru, sui tetti sugli alberi, ormai chi perde il lavoro diventa automaticamente un freeklamber.
Chi governa si interessa dei problemi degli italiani solo in campagna elettorale, ma poi le cose che interessano di più sono l'impunità per i reati commessi e ora la grande novità di importanza fondamentale per il Paese, il PRESIDENZIALISMO alla francese, l'aggiornamento della costituzione ( l'avessero letta almeno una volta) e le grandi riforme tipo il Federalismo fiscale.
Così le regioni che hanno un reddito che farebbe invidia ad un paese sudamericano si ritroveranno a fare l'elemosina o dei prestiti vantaggiosi solo per chi li concede, dimenticando che l'unica legge veramente federale che era già esistente, l'ICI, l'hanno tolta per far pagare meno i soliti ricchi che hanno 4/5 ville al mare e altrettante ai monti.
Complimenti agli incantatori di serpenti, e che dire dei serpenti che si fanno incantare ????
Mah !!!!
Marcello
giovedì 8 aprile 2010
Non è bene mantenersi attaccato alle proprie opinioni: E’ un errore pensare di aver raggiunto la perfezione per il fatto di avere delle belle convinzioni e dopo aver fatto un certo sforzo. Dopo aver cercato di comprendere la natura delle cose, bisogna continuare nella ricerca per tutta la vita, in modo da ottenere frutti duraturi.
Non ti fermare nel pensiero di aver raggiunto la Via, solo per il fatto di esserti formato un buon giudizio. Pensa invece di non sapere ancora abbastanza, che ci sono altre soluzioni e chiediti come devi fare per proseguire nella Via. devi perseverare nella ricerca per tutta la vita. Non fermarti per strada tranquillamente, ma continua nella pratica fino a conseguire la verità.
Yamamoto Tsunetomo (1659-1719).
Non ti fermare nel pensiero di aver raggiunto la Via, solo per il fatto di esserti formato un buon giudizio. Pensa invece di non sapere ancora abbastanza, che ci sono altre soluzioni e chiediti come devi fare per proseguire nella Via. devi perseverare nella ricerca per tutta la vita. Non fermarti per strada tranquillamente, ma continua nella pratica fino a conseguire la verità.
Yamamoto Tsunetomo (1659-1719).
mercoledì 7 aprile 2010
Voglia di Libertà
Vorrei poter suonare ancora un po’
E poi seguirti fino in capo al mondo
Mi vestirei di stracci come so
E sarei pronto a fare il vagabondo e a raccontare a tutti il mio passato
Che è un campionario di mediocrità
Ad accettare tutto mi è costato
Ed ho perso te che amo libertà
Per te io vincerei questa paura di uscire nudo e stanco dalle mura
Di questo mondo piccolo e banale
Dove regna chi bara e chi non vale
Mi specchierei ma senza ipocrisia
Nell’acqua dove affonda la bugia
E laverei dal cuore la vergogna
Dei compromessi fatti in questa fogna
Mi vedi un po’ indeciso ma che importa
Mi basterà varcare quella porta
E un mondo nuovo si aprirà davanti incerto ma pulito dagli inganni
E non avrò nessuno a cui badare, nessuno che mi chiamerà papà
Non una donna da dovere amare
Ma un solo amore la mia libertà
Però dovrei buttare la paura di uscire nudo e stanco dalle mura
Di questo mondo piccolo e banale dove regna chi bara e chi non vale
Specchiarmi e farlo senza ipocrisia nell’acqua dove affonda la bugia
Lavare dal mio cuore la vergogna
Dei compromessi fatti in questa fogna
È facile parlare ma il coraggio se non l’hai dentro non lo puoi trovare
Non è come un pezzetto di formaggio che quando hai voglia te lo puoi comprare
Se libertà vuol dire rinunciare a tutto ciò che offre la realtà
Allora cara amica mi dispiace, mi spiace tanto ma io rimango qua a sopportare ancora la paura
Di vivere ogni giorno tra le mura di questo mondo piccolo e banale
Dove regna chi bara e chi non vale
A volte servirà l’ipocrisia, a volte qualche piccola bugia
Ma non si sta poi tanto male in questa fogna
Se sai nascondere bene la vergogna.
(P.Bertoli)
E poi seguirti fino in capo al mondo
Mi vestirei di stracci come so
E sarei pronto a fare il vagabondo e a raccontare a tutti il mio passato
Che è un campionario di mediocrità
Ad accettare tutto mi è costato
Ed ho perso te che amo libertà
Per te io vincerei questa paura di uscire nudo e stanco dalle mura
Di questo mondo piccolo e banale
Dove regna chi bara e chi non vale
Mi specchierei ma senza ipocrisia
Nell’acqua dove affonda la bugia
E laverei dal cuore la vergogna
Dei compromessi fatti in questa fogna
Mi vedi un po’ indeciso ma che importa
Mi basterà varcare quella porta
E un mondo nuovo si aprirà davanti incerto ma pulito dagli inganni
E non avrò nessuno a cui badare, nessuno che mi chiamerà papà
Non una donna da dovere amare
Ma un solo amore la mia libertà
Però dovrei buttare la paura di uscire nudo e stanco dalle mura
Di questo mondo piccolo e banale dove regna chi bara e chi non vale
Specchiarmi e farlo senza ipocrisia nell’acqua dove affonda la bugia
Lavare dal mio cuore la vergogna
Dei compromessi fatti in questa fogna
È facile parlare ma il coraggio se non l’hai dentro non lo puoi trovare
Non è come un pezzetto di formaggio che quando hai voglia te lo puoi comprare
Se libertà vuol dire rinunciare a tutto ciò che offre la realtà
Allora cara amica mi dispiace, mi spiace tanto ma io rimango qua a sopportare ancora la paura
Di vivere ogni giorno tra le mura di questo mondo piccolo e banale
Dove regna chi bara e chi non vale
A volte servirà l’ipocrisia, a volte qualche piccola bugia
Ma non si sta poi tanto male in questa fogna
Se sai nascondere bene la vergogna.
(P.Bertoli)
martedì 6 aprile 2010
In questi giorni, tra le varie notizie o pseudo tali, c'è il nuovo aumento dei carburanti.
Capisco che le varie compagnie facciano "CARTELLO" e che decidano di aumentare i prezzi del carburante in base al costo del petrolio al barile.
Ma mi chiedo anche come mai non sia possibile fare nulla.
Come tutti, so anche io che le "ACCISE" incidono molto sul prezzo del carburante alla pompa, ma ho deciso di voler sapere cosa sono queste tasse chiamate accise, anche se in verità sono vivissime.
Facendo 1 discorso generale si può dire che per ogni pieno da 25 euro di benzina pagate al distributore, quasi 16,5 euro vanno direttamente nelle casse dello stato, sotto forma di tasse tra accisa e Iva. Come dire cioè che quasi due-terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo bruciano in tasse.
In pratica, sono divise secondo le seguenti voci:
* 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935
* 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
* 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
* 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
* 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
* 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
* 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
* 205 lire per la missione in Libano del 1983;
* 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
* 39 lire (0.020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004.
Penso che ogni commento sia superfluo.
Capisco che le varie compagnie facciano "CARTELLO" e che decidano di aumentare i prezzi del carburante in base al costo del petrolio al barile.
Ma mi chiedo anche come mai non sia possibile fare nulla.
Come tutti, so anche io che le "ACCISE" incidono molto sul prezzo del carburante alla pompa, ma ho deciso di voler sapere cosa sono queste tasse chiamate accise, anche se in verità sono vivissime.
Facendo 1 discorso generale si può dire che per ogni pieno da 25 euro di benzina pagate al distributore, quasi 16,5 euro vanno direttamente nelle casse dello stato, sotto forma di tasse tra accisa e Iva. Come dire cioè che quasi due-terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo bruciano in tasse.
In pratica, sono divise secondo le seguenti voci:
* 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935
* 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
* 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
* 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
* 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
* 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
* 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
* 205 lire per la missione in Libano del 1983;
* 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
* 39 lire (0.020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004.
Penso che ogni commento sia superfluo.
domenica 4 aprile 2010
Cargo cinese finisce sulla barriera corallina
"La Sheng Neng I trasporta 65 mila tonnellate di carbone e ha 950 tonnellate di petrolio"
Ma è mai possibile che queste navi, che trasportano veleni, debbano per forza passare attraverso gli ultimi paradisi che dovrebbero essere incontaminati ?
Prima li fanno passare dalle rotte che vogliono e poi dopo questi incidenti, al massimo li castigano con delle multe.
20 Anni fà ( 1989)è successa una catastrofe ecologica in Alaska, quando una petroliera, la "Exxon Valdez", andò a sbattere contro un iceberg spezzandosi e riversando il petrolio delle stive in mare.
In questo caso dopo 20 anni i governi e le industrie della regione sono ancora impreparate ad affrontare un altro disastro simile.
Essendo diminuite le restrizioni sullo sfruttamento di petrolio e gas e aumentati gli incidenti di collisioni di petroliere, con conseguente perdita di petrolio e gas, un team ambientale ha raccolto pezzi di roccia dal Prince William Sound in Alaska, ancora incrostati di petrolio dall’incidente del 24 marzo 1989.
Ora mi chiedo, perchè l'uomo riesce a far migliorare i sistemi di ricerca e di sfruttamento delle risorse naturali, ma il suo modo di pensare all'ambiente che ci circonda e dove viviamo non migliora mai ?
Marcello
Ma è mai possibile che queste navi, che trasportano veleni, debbano per forza passare attraverso gli ultimi paradisi che dovrebbero essere incontaminati ?
Prima li fanno passare dalle rotte che vogliono e poi dopo questi incidenti, al massimo li castigano con delle multe.
20 Anni fà ( 1989)è successa una catastrofe ecologica in Alaska, quando una petroliera, la "Exxon Valdez", andò a sbattere contro un iceberg spezzandosi e riversando il petrolio delle stive in mare.
In questo caso dopo 20 anni i governi e le industrie della regione sono ancora impreparate ad affrontare un altro disastro simile.
Essendo diminuite le restrizioni sullo sfruttamento di petrolio e gas e aumentati gli incidenti di collisioni di petroliere, con conseguente perdita di petrolio e gas, un team ambientale ha raccolto pezzi di roccia dal Prince William Sound in Alaska, ancora incrostati di petrolio dall’incidente del 24 marzo 1989.
Ora mi chiedo, perchè l'uomo riesce a far migliorare i sistemi di ricerca e di sfruttamento delle risorse naturali, ma il suo modo di pensare all'ambiente che ci circonda e dove viviamo non migliora mai ?
Marcello
venerdì 2 aprile 2010
Un Haiku
cadono i fiori di ciliegio
sugli specchi d'acqua della risaia: stelle,
al chiarore di una notte senza luna.
sugli specchi d'acqua della risaia: stelle,
al chiarore di una notte senza luna.
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