L’uso sistematico del bastone (bo) a fini marziali era noto come bojutsu o arte dell’asta ed era basato su un’arma di legno duro lunga circa 180 centimetri (rokushaku-bo). Come arte della difesa, il bojutsu si incentrava su tattiche volte a respingere l’attacco portato con la spada, ma poteva controllare efficacemente anche altri tipi di arma.
Il repertorio del bojutsu comprendeva tecniche per colpire, bloccare, schivare o affondare. Il gyakute uchi, una sorta di tecnica offensiva ad impugnatura rovesciata, era un sistema di attacco fondamentale che ogni esponente del bojutsu doveva essere in grado di dominare; infatti un colpo portato con l’asta secondo questo stile sviluppa una forza sufficiente a spezzare una spada di metallo o a rompere un osso.
Il bo era un’arma formidabile soprattutto considerato l’allungo che consentiva di mantenere a distanza qualsiasi avversario. I colpi basilari di questa disciplina venivano normalmente praticati in forma di fluidi esercizi formali (kata) eseguiti da uno studente armato di una spada di legno (bokken) e dal suo avversario che usava il bastone lungo (bo). Le tecniche utilizzate negli esercizi formali includevano tutta una serie di colpi con traiettoria circolare (uchi) sferrati alle parti superiori o inferiori del corpo, colpi di rovescio (gyaku uchi), affondi (tsuki) e tutto un gruppo di parate (uke) e bloccaggi portati sulle mani o sugli avambracci, finalizzati ad impossibilitare l’avversario a proseguire il combattimento.
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